Adolescenza e cellulare

Caro amico cellulare

Adolescenza e cellulare. Amico, compagno, a volte nemico, vicino insostituibile, comunque immancabile. Cosa è lo smartphone per gli adolescenti? Permette di comunicare con il mondo esterno, di condividere, socializzare, di sentirsi più grandi, a volte più soli, di guardare e mettere foto. Ma anche giocare, scherzare,  parlare, litigare.

 

Adolescenza e cellulare

Ai miei figli gemelli  abbiamo regalato il telefonino all’inizio della prima media, quasi convinti  che l’ingresso in un’altra scuola, più da grandi, fosse il lasciapassare per entrare di diritto anche fra i possessori di display, tastiere touch, dispensatori di parole, faccine, pupazzetti, scherzi e foto a volontà.

 

Certo, mettere nelle mani di un bambino o poco più uno strumento per essere connessi con il mondo, anche quello che non vorremmo, è un pensiero e una responsabilità. E non c’è giorno che non chieda a tutt’e due, cercando di non essere assillante, “cosa guardi? Mi raccomando attenzione alle foto, non registrarti nei siti Internet senza prima chiedere informazioni a noi, attenta, attento.”

 

Non sono iperprotettiva, anzi, e cresciuta in un mare di fiducia  che mia mamma mi ha sempre dato cerco di fare altrettanto anche in versione digital.

 

Regole per l’uso dello smartphone

Però anche la fiducia ha il suo perimetro e dentro ci vogliono regole chiare e anche esempi, sin da quando sono piccoli. Ecco perché, anche se l’argomento è materia quotidiana di articoli e anche libri, vale sempre la pena di metterle a punto, ognuno nel proprio caso.

 

Valeria Locati, psicologa, psicoterapeuta e profonda conoscitrice del mondo dei ragazzi mi ha dato consigli preziosi, sugli adolescenti e il cellulare e spunti per riflettere e confrontarsi.

 

Coerenza nel farle rispettare

“Con i preadolescenti occorre dare subito regole e orari per l’uso di cellulari e tablet. Una buona organizzazione familiare e, soprattutto, un accordo tra gli adulti sulle regole di utilizzo, sono necessari”, dice la psicologa. “Le decisioni, però, devono essere rispettate anche dagli adulti: se si decide che durante i pasti il telefono va spento  per i ragazzi è più facile accettare la regola se anche i grandi la seguono. Spesso gli adulti dicono che serve per lavoro o per una urgenza, ma non può rappresentare un’abitudine. Se per noi è uno strumento di lavoro e per i ragazzi di svago stiamo ragionando su due piani diversi e confusivi”.

 

Spiegare i rischi della rete

Avere Internet sul cellulare significa navigare verso territori affascinanti, ma anche sconosciuti e con molte insidie. Come spiegare i rischi della rete?  “Parlare con i ragazzi, chiarire cosa significa andare su Internet, mostrarsi sicuri e consapevoli è importante così come ascoltare il loro punto di vista. Se non si vuole che postino foto di sé o di altri, gli adulti devono farlo con molta attenzione sui loro profili social, scegliendo con cura le immagini. Tra qualche anno i ragazzi potrebbero essere presi in giro per quella foto che sembrava tanto simpatica”.

“È necessario anche spiegare ai figli cosa significa quando si tagga o ci si geolocalizza”. Aiutare i ragazzi a proteggere la loro privacy passa anche dall’evitare di fotografarli nelle loro abitudini giornaliere per raccontarle in rete”.

 

Tenere lontana l’ansia del controllo totale

Che dire delle applicazioni  che aiutano i genitori a monitorare smartphone e tablet?

“Il parental control, il controllo dei genitori è importante, ma sul fronte della sicurezza siamo tutti a rischio. Non ci deve essere un’ansia da controllo totale: cellulari e tablet non devono diventare un modo per spiare i figli. Se si dà uno strumento tecnologico bisogna fare i conti con la frustrazione di non poter essere ovunque con loro. Solo così si può lavorare alla costruzione di un rapporto di fiducia e di educazione al rispetto dell’altro” .

 

Uso equilibrato dei gruppi Whatsapp

I ragazzi delle scuole medie stanno fuori di casa per tanto tempo e il cellulare è il principale (unico) strumento di comunicazione. Aprire il telefono è la prima cosa che fanno quando escono da scuola e il gruppo Whatsapp è un piccolo universo dove girano compiti, ma anche foto e parole a volte sgradevoli.

Come aiutare i ragazzi a non diventare dipendenti e mantenere un po’ di distacco?  “I gruppi Whatsapp sono una realtà complicata da gestire per i piccoli e anche per gli adulti”, prosegue la psicologa.  “Dato che si parla anche di compiti non è possibile evitare di accedervi, ma bisogna insegnare un uso consapevole e coerente con lo scopo per cui è nato il gruppo. Proibire o chiedere di dosare sarebbe come mettere un bambino che ha cominciato a gattonare in una stanza piena di spigoli e impedirne il movimento. Se c’è il bisogno di camminare sarà il genitore a proteggere il piccolo. Si può fare così anche per i gruppi e tutte le forme di comunicazione online”.

 

Evitare le distrazioni

Come gestire l’uso dei cellulari e tablet durante le ore di studio? Quasi tutti i preadolescenti hanno il telefono vicino al libro… “Che pensiero hanno i ragazzi al riguardo?”, si domanda la psicologa.  “Si sentono distratti? Hanno messo in atto delle strategie per evitarlo? Partire da loro è sempre una buona idea, molto più di regole ferree talvolta insostenibili”. Naturalmente è necessario intervenire se si notano esagerazioni o un uso eccessivo o scorretto.

Con il telefono cellulare si gioca e si guardano anche le serie televisive. “Il problema sorge quando si sostituiscono allo studio e occupano tutto lo spazio relazionale rapportato alla fascia di età”, conclude la psicologa.  “In quel caso i genitori devono chiedersi perché si ha così bisogno di alienarsi e sarà opportuno valutare l’andamento generale della vita del ragazzo.”

Pepite

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3 Comments
  • Malusa Kosgran

    13 Marzo 2018 at 16:36 Rispondi

    Ottimo articolo, completo e ben scritto. Brava, Roberta!

    • Roberta Chessa

      13 Marzo 2018 at 17:26 Rispondi

      Grazie, Malusa!

  • Lily

    16 Marzo 2018 at 19:30 Rispondi

    Dritto e chiaro. Grazie GRAN MAESTRO.

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