Gita a Venezia con i figli

I figli e le prime cose belle

Sai mamma, mi aspettavo di dormire in un albergo brutto (e perché mai?).  Invece la stanza è proprio bella”. Questo il primo commento di mio figlio rivolto a me, felicissima, in gita a Venezia con i figli.

 

“Ma come, tutto qui?”, dico fra me anche irritata per queste parole. Perché quando ho pensato  alla gita a Venezia con i miei figli (ci portavo i gemelli per la prima volta) avevo in mente un pensiero:  noi genitori abbiamo l’opportunità di accompagnare i figli, prima che diventino autonomi e comincino il loro viaggio attraverso la vita, nell’incanto, nella scoperta, nell’emozione delle loro prime cose belle.

 

La gita a Venezia con i figli: l’importanza delle prime cose belle

E Venezia, per me, con la magia dei palazzi magnificenti che spuntano dall’acqua, il cupore dei sotoporteghi, l’odore acre di alcune calli strette mi sembrava una di queste occasioni. Usciti dalla stazione di Santa Lucia, saliti su un vaporetto pieno di valigioni con le ruote e di persone che parlavano molte lingue del mondo e una sola per farsi capire ero ansiosa di vedere gli occhi dei miei figli famelici di bellezze e novità. Di sentire  “wow!” e esclamazioni entusiaste per una città tanto vista e rivista in tante immagini quanto unica e meravigliosa. Poche o niente, invece, le scene di esultanza.

 

Eppure, girando a Venezia, guardandoci intorno ho continuato a pensare alla fortuna che abbiamo noi genitori di essere registi e anche attori di tante prime cose belle dei figli: il primo viaggio lontano, il primo concerto rock, la prima nuotata nell’acqua alta, il primo cibo con sapori strani e decisi, le prime discese ardite e risalite sulle montagne russe del luna park.  E di viverne con loro suoni, colori, brividi restando parte intima del ricordo.

 

Esperienze che lasciano impronte indimenticabili

Le prime cose belle stimolano la fantasia e alimentano l’immaginazione, lasciano dentro impronte indimenticabili, sensazioni avvolgenti  che formano pian piano un bagaglio di ricordi, uno dei pochi bagagli a essere così leggero da riuscire a farci volare.

 

La sera, a cena in una piccola osteria veneziana, sono tornata alla carica. “Mi dite un aggettivo per descrivere Venezia?” “Sorprendente”, ha commentato lui. “Stupefacente”, ha risposto lei. Beh, forse si sono sforzati un po’, ma mi sento soddisfatta.

 

E mentre mi addormentavo mi venivano in mente le note della canzone La prima cosa bella che, da piccola, ascoltavo le sere d’estate in campeggio, suonata alla chitarra dai miei cugini grandi.  E c’erano anche la luna, le stelle, il rumore del mare.

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