Disciplina dolce

Elena, due gemelle e la disciplina dolce

La disciplina dolce come guida. Due gemelle identiche per trentasette settimane nella stessa placenta. Una mamma carica di energia che unisce la sua esperienza di pedagogista all’ avventura di ritrovarsi a vivere con due neonate fra le braccia.

 

La disciplina dolce

Elena ha ventotto anni,  capelli mori, molto da raccontare in questa intervista doppia sulla vita con le sue piccole gemelle, Letizia e Ginevra, due anni e mezzo, due visini identici, tranne per il neo di una sulla guancia destra. Lei ha lavorato come educatrice in una scuola dell’infanzia, ora è pedagogista e formatrice, autrice del libro A cuore acceso ha una grande passione per il suo lavoro  e, attraverso il suo profilo social, condivide esperienze e aiuta le mamme a crescere i figli con la disciplina dolce, basata sull’ascolto e il rispetto.

 

La notizia delle gemelle, una sorpresa

Elena non avrebbe mai immaginato di avere due gemelle.  “Non ci sono casi in famiglia. Ho approfondito l’argomento con la mia ginecologa e sembrerebbe che la gravidanza  monocoriale biamniotica con due bimbi in una sola placenta non sia legata a familiarità ma arriva a sorpresa”.

“Alla settima settimana di gravidanza sono andata con mio marito all’appuntamento con la ginecologa”, racconta Elena, “durante la visita  c’è stato un momento di silenzio che mi ha terrorizzato. Ero pronta a sentire una brutta notizia e invece la dottoressa mi ha detto: Elena sono due e mio marito ha aggiunto speriamo siano femmine.

 

Cresciute nella stessa placenta

“Poco dopo ho saputo che i feti erano nella stessa placenta e in due sacchi amniotici diversi per cui si trattava di una gravidanza monocoriale biamniotica.  In questi casi ci sono alte probabilità di incorrere nella trasfusione feto fetale (TTTS) che avrebbe potuto mettere a rischio la salute delle bambine.  Per me è  andato tutto benissimo: è stata un’attesa serena, nonostante le ecografie ogni due settimane e il riposo assoluto degli ultimi due mesi ma solo per collo dell’utero accorciato”.

 

Il parto cesareo dopo trentasette settimane

Le bimbe sono nate con un parto cesareo. “Con la gravidanza gemellare monocoriale biamniotica è normale programmare un cesareo entro la trentasettesima settimana. E, oltre ogni mia previsione, ci siamo arrivate. La prima cosa che ho detto appena le ho sentite è stata piangono! perché nella mia mente i bimbi che nascevano senza piangere avevano problemi respiratori. Siamo tornate a casa dopo tre giorni dal parto tutte insieme. Era il mio desiderio più grande e si è avverato”.

E per le mamme che affrontano questo tipo di gravidanza un appello: “non fatevi spaventare dai dati negativi che trovate nei forum o nei gruppi social. Affidatevi ad un team di professionisti e tutto può andare bene”.

 

La collaborazione del papà

In famiglia, l’arrivo di due gemelli è una rivoluzione:  “penso che la coppia venga scombussolata anche dall’arrivo di un figlio solo. La grande differenza è che quando arrivano due bimbi assieme il papà non può sottrarsi dall’essere interscambiabile con la mamma. Mio marito ha cambiato i primi pannolini quando faticavo ad alzarmi dopo il cesareo e mi asciugava le lacrime quando non mi sentivo in grado di dar lo stesso amore alle bimbe. Ho riscoperto un uomo sensibile, dolce e amorevole. Senza di lui sarebbe stato tutto molto più difficile”

 

Non esitare a chiedere aiuto

Elena e il marito hanno contato sulle loro forze. “Mia mamma è giovane e ancora lavora, mentre i miei suoceri sono anziani. Abbiamo sempre fatto tutto da soli ed è molto gratificante. Però alle neo mamme  o alle future mamme  di gemelli ripeto: non vergognatevi a chiedere aiuto. Io potevo sentirmi più sicura grazie alla teoria letta nei libri di studio, ma chi si sente debole, invece di andare in crisi o farsi prendere dal panico è meglio che chieda subito una mano”.

 

Le gemelle identiche, i caratteri si compensano

Le gemelle hanno un carattere diverso: Letizia più impulsiva, Ginevra riflessiva. Non considero un carattere più forte dell’altro: in ogni situazione hanno una grande capacità di compensarsi tra loro. Sembra incredibile ma, a seconda di dove si trovano e delle persone con cui  sono, compensano i loro caratteri per trarne il meglio. Durante il giorno si cercano molto, giocano insieme e litigano spesso”.

 

Qualche momento esclusivo per ognuna

Il tempo esclusivo da dedicare a ogni figlio è fondamentale.  “Con gli impegni del lavoro e senza aiuti, i momenti in cui ci si può dividere sono pochi, ma spesso io e mio marito usiamo il sabato mattina per fare attività diverse con una bimba a testa. A settembre andranno alla scuola materna. Prima della sospensione di questi giorni di quarantena frequentavano il nido dove la sezione dei grandi è una. Le educatrici, però, in accordo con noi hanno cercato di dividerle in alcuni momenti della giornata. È importante che Letizia e Ginevra abbiamo momenti loro così, quando si ritrovano, possono crescere l’una con le esperienze dell’altra”.

 

L’educazione con la disciplina dolce

Per Elena la sua professione prima di  educatrice  ora di pedagogista è una vocazione. “Ho sempre studiato molto perché occorre una continua formazione, ma diventare mamma mi ha completato. Ho scoperto la disciplina dolce proprio grazie alla maternità: è un maternage basato sull’ascolto del bambino che lo considera persona a tutti gli effetti al nostro pari in cui il ruolo dell’adulto è quello di guida e non di chi premia o punisce. Portare la disciplina dolce anche nel mio lavoro mi ha permesso di capire meglio tutti i bambini che incontro. Di ascoltarli per quello che sono e non per quello che mostrano: spesso è solo la corazza superficiale”.

 

È importante parlare chiaro con i bambini

Elena, come tutti noi, trascorre in questo periodo le giornate in casa per la quarantena a causa del coronavirus. “Le bimbe sono piccole e non si fanno troppe domande.  A casa sono molto serene, io propongo attività, tempo di riposo e la grande fortuna è avere un campo con galline dove possono correre. Ci mancano i nonni perché non possiamo uscire dal nostro comune e non vediamo nessuno”.

Con i bambini è importante parlare chiaro. “È giusto dare risposte, calibrate in base all’età, su tutti i dubbi quotidiani. È una regola che vale sempre, non solo in questo momento. Poche spiegazioni, ma chiare e concrete, così i bambini non si  creano immaginari che possono farli soffrire”.

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