Mamma, spegni il cellulare
Genitori e cellulare. Mamma, smetti di guardare il telefono? Papà, mi ascolti o rispondi ai messaggi? Be’, almeno potresti scriverli più veloce. Mentre cerco ogni stratagemma per far staccare i gemelli da smartphone e tablet, mi impegno a convincere lei a interrompere la maratona dei video su you tube, a frenare lui che vorrebbe sul telefono tutti gli episodi degli anime giapponesi e, nel frattempo, chiamare l’amico del cuore, ammetto: l’attrazione fatale per lo smartphone riguarda anche gli adulti.
Genitori e cellulare
Cerchiamo di dare ai nostri figli regole per l’uso del telefono poi, in molti casi, siamo i primi a non aspettare nemmeno un attimo quando arrivano i messaggi di whatsapp, a guardare curiosi (ma con finta indifferenza) le notifiche dei social, a contare i cuori di Instagram, urgenti quanto l’acqua per la pasta che bolle sul fuoco.
Mamme che spingono con una mano il passeggino e con l’altra guardano Facebook, papà iperconnessi con il telefono accanto al cuscino che non spengono nemmeno per un minuto. Famiglie sedute al tavolo della pizzeria armate di smartphone e forchetta con ognuno dei genitori perso dentro i social suoi.
E spesso la febbre da notifica, l’interesse per le stories postate dagli amici vengono liquidati così: il cellulare mi serve per il lavoro, aspetto la conferma di un appuntamento, ora controllo se è arrivata quella e mail importante.
Una tentazione forte
Che gli adulti siano sempre più inseparabili dal loro telefonino ce lo conferma anche una ricerca americana molto recente, svolta fra settecento ragazzi, tra i tredici e i diciassette anni e i loro genitori. Oltre la metà degli adolescenti ha detto che i genitori spesso sono distratti dal cellulare anche quando stanno parlando con loro.
Loro, i ragazzi dell’indagine, sembrano consapevoli di essere dipendenti dal cellulare, mentre solo un terzo dei genitori interpellati riconosce di passare troppo tempo davanti allo smartphone e un numero ancora minore pensa di fare un uso eccessivo dei social network e delle chat.
Te lo dico con un messaggio vocale
Per molti è cambiato il modo di comunicare all’interno della famiglia e spesso ci si parla di più mandando un messaggio vocale o scrivendo in chat che dal vivo. Molti figli raccontano che mamma e papà controllano il telefono anche durante i pasti e sono interessati più a quello che scorre sullo schermo del telefono che non ai loro discorsi.
Una coppia unita, genitori e cellulare, che toglie tempo alle relazioni e non sempre garantisce un maggior controllo e consapevolezza dei pericoli che i ragazzi corrono con la rete. Di solito genitori e figli frequentano app diverse: quindi è una partita che finisce zero a zero.
Proviamo a essere sinceri
Si può riuscire a trovare un equilibrio virtuoso? “Cellulari e tablet piacciono tanto anche a noi, ci fanno svagare e stare in contatto con gli amici”, dice Roberta Altieri, psicologa molto attenta ai bisogni adolescenti. “Ci preoccupiamo di dare ai figli delle regole per la gestione della tecnologia, ma spesso siamo noi a non rispettarle”.
Come superare questa contraddizione? Intanto, proviamo a essere sinceri. “Diciamo ai ragazzi che facciamo fatica anche noi a staccare gli occhi dallo schermo, ma che possiamo impegnarci per farlo”, continua la psicologa. “Questo li fa sentire compresi e ci rende meno incoerenti ai loro occhi. Poi però dobbiamo mettere i discorsi in pratica, soprattutto se sentiamo che il rapporto con la tecnologia ci sta sfuggendo di mano”.
Fare nostre le regole date ai figli
Si possono anche stabilire poche regole di attenzione reciproca e di equilibrio casalingo. “Niente cellulare a tavola, al cinema o in un museo, aggiunge Roberta Altieri. “Se poi è proprio necessario tenere lo smartphone a portata di mano per il lavoro, evitiamo di liquidarli con un io sono grande e posso farlo. Spieghiamo quali sono i motivi di questa necessità, magari coinvolgendoli e stimolando domande e riflessioni.
Disattiviamo le notifiche dei social e silenziamo almeno le chat di gruppo che non richiedono la nostra attenzione costante. Staremo di sicuro più sereni: le continue sollecitazioni sonore e visive provocano un aumento dello stress e ci mettono in uno stato di allerta perenne. Magari dedichiamo altri momenti durante la giornata”.
Selfie, pochi ma belli
“Quando siamo in giro resistiamo alla tentazione di tirar fuori il telefono ogni minuto“, raccomanda ancora la psicologa. “Proviamo a controllare l’impulso di fotografare di continuo noi e ogni cosa. Quanti scatti riguardiamo poi con piacere, tempo dopo? Potremmo insegnare ai bambini e ai ragazzi a rinunciare alla smania di fissare ogni cosa e immagine e aiutarli a godere di ciò che li circonda senza mediazioni. Ogni tanto, però, facciamoci anche un selfie con loro per rimettere tutto in un’ottica di leggerezza e ironia”.
L’educazione digitale, insomma, più che dalle parole passa dalla testimonianza. I ragazzi, in fondo, ci somigliano non solo per i geni ma anche per l’esempio che ricevono.
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La newsletter racconta storie di vita e il meglio delle mie esperienze di tutti i giorni. Ci sono consigli e novità. Sempre, spunti e idee da condividere. Di solito, la invio una volta al mese.
Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
Raffi
5 Ottobre 2018 at 11:05Quanta verità in questo post. Io sono tra quelli malati di smartphone. Ogni tanto penso che dovrei smettere. Non solo per i rapporti umani, ma anche per la salute fisica.
Roberta Chessa
8 Ottobre 2018 at 9:06Cara Raffaella, se noi adulti siamo consapevoli di passare troppo tempo con lo smartphone, possiamo decidere di usarlo in modo equilibrato. E, in effetti, ci sono
benefici anche per la salute.