Gioventù rubata, un libro ci aiuta a comprenderla
Gioventù rubata: il libro di Gustavo Pietropolli Charmet che ci aiuta a comprenderla. A capire ragazze e ragazzi che hanno vissuto e attraversato la pandemia, tra relazioni a distanza con amici e compagni di classe, amori virtuali, paure e incertezze verso il futuro.
Gioventù rubata il libro di Pietropolli Charmet
Gioventù rubata il libro di Gustavo Pietropolli Charmet, psichiatra e psicoterapeuta, che da decenni svolge la sua professione con gli adolescenti e le famiglie, affronta i punti critici del momento che stiamo vivendo, la sofferenza psichica e la solitudine di molti adolescenti per condurre genitori e ragazzi a ritrovare uno sguardo più fiducioso verso il domani che li aspetta.
Gli adolescenti privati di tante prime volte
Una considerazione su tutte. Secondo l’autore, in questi anni di pandemia gli adolescenti sono stati i grandi dimenticati, privati di incontri, amori, errori, tentativi, contatti stretti in una fase essenziale per la costruzione della loro identità.
Tra chiusure, restrizioni, didattica a distanza e corpi lontani, ragazze e ragazzi non hanno potuto vivere una lunga serie di esperienze e prime volte e hanno dovuto metterle in pausa per un tempo indefinito tante occasioni di vita indispensabili per la formazione e la crescita.
Una delusione all’origine del malessere
Da qui un malessere diffuso che vede alla propria origine una delusione:come se la vita non fosse quella che era stata promessa. “Per gli adolescenti”, ha affermato l’autore del libro, “i danni provocati dal Covid non sono una questione di salute ma una manomissione della progettazione della vita. Nessuno li ha aiutati a elaborare il tema della sconfitta, dell’abbandono, della solitudine con la scuola vissuta attraverso lo schermo del computer e le amicizie lontane”.
Amicizie e amori reali e virtuali
Mai come ora per i ragazzi sono importanti le amicizie virtuali. Conoscenze fatte su chat e social che portano a conversazioni di ore e ore, sia di giorno che di notte. I ragazzi non stanno attaccati al computer o al cellulare come sembra, ma in realtà alla persona che sta dall’altra parte.
Nelle relazioni a distanza, come quelle che maturano al telefono, si sviluppa una qualità dei sentimenti molto intima, mentre la vita sociale, culturale e sessuale diventa più povera. Quelle che l’autore chiama relazioni senza corpo sono un ottimo rimedio per metterli al riparo da mortificazioni e umiliazioni e da cui ci si può allontanare con molta facilità: basta schiacciare un tasto.
L’attacco al corpo
Nel libro, prezioso e profondo come scrive l’attrice Lella Costa che ne ha curato la prefazione, c’è un capitolo dedicato all’attacco al corpo da parte degli adolescenti. Si parla della pratica del self cutting, un tema delicato, che oggi coinvolge ragazze e ragazzi: tagli sulle gambe e sulle braccia, ripetuti più volte, un rito generazionale che ha raggiunto numeri molto elevati. “È un gesto che ha un effetto anestetico: nasce dal dolore, ma prova a cancellarlo. Si instaura il regno del braccio istoriato, dal quale si irradia in tutto il corpo una nuova condizione di benessere che sostituisce la tensione rabbiosa e la desolata solitudine di prima”. E questo fa sì che, una volta cominciato, per un adolescente sia molto difficile rinunciarci.
Un risarcimento per i nostri ragazzi
Cosa si può restituire ai nostri ragazzi di tutto cioè che hanno perso? Si legge in Gioventù rubata il libro di Pietropolli Charmet: “un forte risarcimento educativo in termini di riforme, di risorse per l’esercizio di tutti gli sport, di sostegno alle attività creative, espressive, musicali e alle iniziative che favoriscano la condivisione di esperienze sociali”.
Si tratta di risarcire non ogni singolo ragazzo, ma il gruppo. Sono mancate le relazioni e proprio nei rapporti ci deve essere una trasformazione basata sullo scambio e sul rispetto delle individualità di ognuno. Occorre rimettere i giovani al centro dei nostri progetti e della società. Perché domani sia un giorno migliore.
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Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
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