Bambini Down a scuola

Un’amica, un cappello, uno zaino

I bambini con la sindrome di Down a scuola. “Oggi Emma mi ha fatto un disegno nel braccio. Sai a Emma piace un sacco il mio cappello di paglia nero”. “Mi sembra che Emma sia innamorata di A, un mio compagno con i capelli lunghi e le lentiggini”.

Frammenti di racconti quotidiani delle giornate in classe. Nel tono di mio figlio, il fratello gemello, dolcezza, simpatia, affetto. Ancora. “Emma ha la passione per Lasabrigamer (youtuber da centinaia di migliaia di fan): ha un sacco di magliette con la sua immagine!”

 

Bambini Down a scuola

Qualche giorno fa, girando in una libreria e curiosando tra gli scaffali abbiamo visto, davanti ad altri volumi, un libro con il volto della compagna di classe Emma in copertina. Sapevamo di quel libro, scritto dalla sua mamma, ma non era ancora capitato di averlo tra le mani. Abbiamo letto subito qualche parola “… molti pensano che la disabilità di un figlio sia un dono,  ma dovrebbero chiederlo ai nostri figli !”

 

Lui ha tirato su gli occhi  limpidi e un po’ sorpreso ha chiesto “perché Emma è disabile?”. Non ho risposto subito, mi sono presa un attimo per pensare. Lei ha la sindrome di down. Per mio figlio, però,  è un’amica e basta.  In questo scambio lieve, alla disabilità non ci aveva proprio pensato. Quello che conta, mi pare di capire, sono le emozioni. Perché Emma è allegra, socievole, radiosa. A scuola mangia la sua merenda  alla fine dell’intervallo, mentre per tutto il tempo prima chiede agli altri compagni un pezzetto della loro. Guizzi continui di spontaneità e desiderio di condividere: tra risate, patatine e pezzi di biscotti.

 

La metafora dello zaino

La mamma ha scritto il libro Lo zaino di Emma dove racconta la sua storia in modo autentico e diretto e ci offre molti spunti di riflessione.  “Per spiegare la sindrome di down”, scrive, “uso la metafora dello zaino. È come se mia figlia avesse uno zaino pesante sulle spalle che le complica un po’ le cose, le fa fare più fatica in tutto, ma non c’è nulla che non proverà a fare, se lo vorrà”.

 

Con i compagni in viaggio verso la vita

Ai venti bambini della prima media,  Emma  ha portato una ventata di equilibrio e una bella esperienza di inclusione. Ha portato uno zaino con dentro il suo mondo che incontra il mondo di tutti gli altri. Ha portato le sue gioie, i suoi bisogni, il suo impegno, le sue conquiste. Differenti nella sostanza ma uguali nell’essenza a quelle che ognuno di questi preadolescenti porta con sé. Ma soprattutto, mi pare, ha portato il desiderio di seguire con gli altri il viaggio attraverso la vita che tutti, a modo loro, stanno cominciando.

 

Qualche giorno fa Emma ha compiuto gli anni e ha invitato compagne e compagni a casa sua per festeggiare. Mio figlio, il fratello gemello, teneva tanto al regalo e, assieme alla maglia con i brillantini, ha cercato un pensiero che parlasse di sé. “Eccolo, trovato, è perfetto: un cappello di paglia per andare al mare”.

Le è piaciuto?” “Mi sembra di sì. Appena lo ha visto mi ha voluto dare un bacio”.

 

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5 Comments
  • Eleonora Marchionni

    29 Maggio 2017 at 8:30 Rispondi

    Come negare che a fine lettura mi sia scesa una lacrima…:(
    Il semplice fatto che il bambino non si sia mai accorto di questa disabilità della sua amica, è sintomatico della differenza fra gli occhi con cui, a mio parere, un bambino guarda il mondo (e dovrebbe continuare a guardarlo anche da adulto), e un adulto…Molti “dei grandi” infatti, sono soliti etichettare e fare selezioni anche in questi casi: proprio laddove, non servirebbe. E’ ammirevole la grinta, l’entusiasmo e la passione per la vita che hanno proprio quelle persone che avrebbero tanti motivi per piangersi addosso e invece no: preferiscono guardare la vita secondo l’ottica del bicchiere mezzo pieno, e mai mezzo vuoto! Molto spesso i giovani ragazzi di oggi, si fanno prendere da problemi superflui, rincorrono ideali sbagliati e si perdono in strade che non portano a niente: poi ci sono quelli che, apparentemente “più sfortunati” o con una “marcia in meno”, fanno da esempio a tutti gli altri. Questi ultimi infatti, sono attaccati alla vita, assaporano ogni suo momento ed affrontano le difficoltà in maniera differente…Tanti dicono che chi passa, o è passato per la sofferenza, cresce e matura prima: forse non si tratta tanto di maturare prima, quanto di saper scindere prima degli altri quali, siano le cose per cui vale sempre la pena lottare e quali no. La ragazza “E” ha portato un bagliore di speranza in aula ed un ottimo esempio di chi porta avanti la sua bandiera e va avanti a testa alta, come tutti gli altri…Perché “E” è come tutti gli altri, nessuno potrebbe mai farla sentire diversa, perché diversa non lo è: c’è chi è biondo, chi è moro, chi è alto e chi è più basso..chi porta gli occhiali e chi no…ma nessuno per questo, potrebbe essere mai soggetto ad esclusione o derisione. Quello che conta è ciò che siamo, non quello che sembriamo o l’etichetta che gli altri ci vogliono attribuire…ma soprattutto ciò che conta davvero, sono i valori che portiamo nel cuore e i principi che ci contraddistinguono, e come nel caso di “E”, le persone speciali che siamo, nonostante tutto…Perché é il “nonostante…” che fa la differenza, non tutto il resto..:*

    • mammaindoppio

      30 Maggio 2017 at 14:56 Rispondi

      Grazie Eleonora, per queste tue bellissime parole scritte con grande sensibilità e con il cuore. E grazie per aver dedicato un pensiero così attento al mio post e a un tema a cui tengo molto. Ti abbraccio.

    • Luana Totaro

      11 Luglio 2017 at 12:47 Rispondi

      Mi sono imbattuta quasi per caso in questo blog, così come si fa in pausa pranzo mentre navighi nel web ” senza una meta” e da mamma di bimbo con sdd, leggendo nel titolo di questo post la parola “zaino” ho capito immediatamente chi fosse la principale protagonista. Mentre scorrevo le righe immaginavo mio figlio, un pò più piccolo di E, tra qualche anno a rapportarsi con ragazzi della stessa purezza di questo bimbo alleviando così un pò il senso di angoscia che ti prende quando proietti la vita di tuo figlio in un futuro nemmeno troppo lontano. E mi ha colpito altresì il tuo commento. Mi viene da dire solo GRAZIE.

      • mammaindoppio

        12 Luglio 2017 at 13:47 Rispondi

        Cara Luana, grazie a te per questo commento che mi riempie di felicità. La storia che hai letto è verissima e scrivere l’articolo è stata per me una grande emozione. Conoscere Emma, il suo entusiasmo per la vita per mio figlio è stata una grande fortuna così come per tutti i suoi compagni che si sono dimostrati bambini aperti e sensibili. Auguro al tuo bimbo di incontrare tante anime gentili. Spero di incontrarti ancora sulle pagine di vedodoppio. Un carissimo saluto

      • mammaindoppio

        12 Luglio 2017 at 14:00 Rispondi

        Cara Luana, grazie a te per questo commento che mi riempie di felicità. La storia che hai letto è verissima e scrivere l’articolo è stata per me una grande emozione. Conoscere Emma, il suo entusiasmo per la vita per mio figlio è stata una grande fortuna così come per tutti i suoi compagni che si sono dimostrati bambini aperti e sensibili. Auguro al tuo bimbo di incontrare tante anime gentili. Spero di incontrarti ancora sulle pagine di vedodoppio. Un carissimo saluto

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