Coaching per mamme di figlie adolescenti

Il coaching per mamme di figlie adolescenti

Il coaching per mamme di figlie adolescenti. C’è l’età dei caratteri e dei corpi che cambiano, dell’urgenza di vita e delle contraddizioni. Ci sono le ragazze con fattezze di donna e personalità da costruire. Ci sono le madri alle prese con nuovi equilibri da bilanciare e un legame da mantenere forte e solido. Anche con gli scontri, i silenzi, le incomprensioni.

 

Coaching per mamme di figlie adolescenti

Stavolta in queste righe si parla di madri e di figlie che crescono. Di un territorio, l’adolescenza, abitato da creature mutanti, delle mamme che cercano le chiavi di accesso, tra fatica, molti tentavi e tante domande. Come posso prendere mia figlia per il verso giusto, accettare le sue critiche, provare a sciogliere i grovigli di inquietudini? 

Non ci sono risposte pronte all’uso, ma strade da esplorare, esperienze da modellare su di sé. Accompagnate dal bisogno di attingere risorse, di capire e tenere lucido e aperto il dialogo con le ragazze che cambiano. Già, ma come? Con Sabrina Ciraolo, life coach che ha scelto di dedicare la professione proprio alle donne, ho fatto un viaggio nel coaching rivolto proprio a chi attraversa questo periodo fatto di turbamenti e pensieri nuovi.

 

Aiuta a riflettere sulle proprie reazioni

“Il coaching aiuta le madri a trovare un canale di comunicazione con le figlie e a gestire in modo equilibrato il rapporto con loro. Porta la mamma a riflettere meglio sulle sue reazioni e a replicare in maniera adulta alle provocazioni e alle sfide lanciate dalla figlia. Molto spesso nella relazione con gli adolescenti si perde di vista il proprio ruolo di genitore”.

 

Tira fuori dalle mamme le risorse che hanno già

Le mamme raccontano di sentirsi indifese di fronte a certi eccessi, di provare senso di inadeguatezza, insicurezze e dubbi educativi. Pensano di aver commesso sbagli  e di non essere delle brave madri. Parlano di figlie che si isolano e stanno ore chiuse in camera , di trucchi esagerati sugli occhi, di ettolitri di lacrime e malinconie insistenti.

“Il coaching tira fuori le risorse che già hanno e consente di guardare situazioni e stati d’animo con più serenità e obiettività”, aggiunge Sabrina Ciraolo. “Non è una cura e non si scava nel passato. Se si ravvisa un disagio profondo, si può consigliare una psicoterapia”.

 

C’è un obiettivo da raggiungere in tempi brevi

Un percorso di coaching per madri di ragazze adolescenti agisce in tempi brevi: “ci si concentra su un obiettivo che può essere la gestione dei conflitti”, prosegue Sabrina Ciraolo. “Durante gli incontri si riflette sui propri comportamenti, si impara a non scendere sul ring del combattimento, ad attendere prima di rispondere e non usare gli stessi toni accesi  della propria figlia. E si promuove l’ascolto”.

 

Mamme più serene e figlie più complici

I benefici e i risultati arrivano. “Le madri imparano a condurre meglio la conversazione con le ragazze. Come? Evitando, per esempio di usare sempre espressioni in negativo: non hai messo in ordine la camera, non studi con impegno, ti sei iscritta e non vai in palestra. Riescono a valorizzare  i momenti belli di condivisione e di divertimento con le figlie: spesso le tensioni portano a dimenticarli. Imparano a controllare le proprie reazioni nei momenti di scontro, a non rispondere a caldo. E, ancora, si ritrovano più  serene e consapevoli e riescono a dare alla propria figlia un esempio per poter comunicare con coetanei e adulti”.

 

Un percorso dedicato

Per Sabrina Ciraolo la vita si è intrecciata con la professione. “Ho una figlia di quindici anni. Dopo aver scritto un articolo in cui parlavo del mio rapporto con lei ho ricevuto molti messaggi e richieste da madri che si sentivano indifese e impreparate nel rapporto con le figlie adolescenti. Per questo ho studiato un percorso di coaching dedicato a loro”.  L’obiettivo: aiutarle a muoversi con maggiore serenità fra gli alti e bassi di questa età di luci, fragilità e contraddizioni.

“Prima propongo un questionario molto approfondito; poi quando ci incontriamo parliamo della situazione concreta e studiamo una strategia. Alle madri, fra un incontro e l’altro,  il compito di leggere e fare esercizi pensando, per esempio, ai momenti belli dell’ultimo anno o all’ultimo scontro che hanno avuto con la figlia”.

“Certo, al termine non scompare il caos emotivo, ma si sentono arricchite e più fiduciose. Una madre mi ha raccontato che sua figlia la ha voluta per la prima volta accanto a lei in un video musicale”.

Si può, insomma, provare a rendere più semplice ciò che sembra complicato.

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