Didattica a distanza e rapporti umani

Adolescenti, scuola a distanza e le relazioni che mancano

La didattica a distanza e rapporti umani. La scuola oltre lo schermo. E i compagni di banco e di classe che sono lì, icone virtuali, partecipi, a volte luminosi a volte imbronciati, ma sempre lontani. La didattica a distanza, dad per gli amici, è diventata all’improvviso una necessità reale di bambini e ragazzi che hanno dovuto adattarsi a un nuovo modo di imparare.

 

Didattica a distanza e rapporti umani

Da oltre due mesi, per l’emergenza sanitaria i ragazzi fanno scuola da casa, dividono in famiglia tavoli e wifi, seguono lezioni online e mandano mail, pdf e tavole via web. Usano tutti i mezzi tecnologici a disposizione per tenere il contatto con i professori, seguire programmi, equazioni e guerre persiane. Sono mesi che, qui si parla di adolescenti, per loro è cambiato in tutta fretta il mondo dove abitavano: senza istruzioni, senza avvisi, da gestire con il buon senso, la volontà e anche l’improvvisazione. Con un grande assente: i rapporti umani. Le relazioni e il capitale insostituibile e preziosissimo che si portano dietro.

 

Potenzialità per gli insegnanti meno interesse per gli studenti

Mancano tre settimane alla fine di questo anno scolastico inedito e ho chiesto a Paola Sitzia, insegnante di matematica al Liceo scientifico Pacinotti di Cagliari, riflessioni e un piccolo bilancio su questa nuova esperienza  “Oggi la didattica a distanza non è più una novità: sta acquistando potenzialità per gli insegnanti e perdendo di interesse per  gli studenti. Parlo dei ragazzi della scuola secondaria che hanno la possibilità di usare da soli un pc o un tablet per le lezioni online e di gestire il rapporto con gli insegnanti senza l’aiuto dei genitori”.

 

Ha permesso l’ingresso nelle case dei ragazzi

Quella che sembrava  freddezza nei primi incontri è passata subito perché gli schermi del computer o del cellulare hanno mostrato anche l’ intimità dei ragazzi, le loro case e le loro camere spesso inespugnabili. “Abbiamo visto gatti che camminavano sulla scrivania”, prosegue Paola Sitzia, “un fratellino che si affacciava curioso durante la lezione, una mamma che portava la merenda e salutava  tutta la classe. Aspetti di cui abbiamo tutti bisogno e che a me hanno reso più vicine le persone, senza però sostituire i rapporti umani. Per questo motivo, con  la maggior parte dei miei alunni le abbiamo apprezzate. Anche se ci sono le eccezioni. Qualche collega ha mostrato disappunto per la minore formalità durante le lezioni a distanza e alcuni alunni meno socievoli hanno sempre tenuto le telecamere spente”.

 

Funziona con chi costruisce rapporti di fiducia

La scuola è anche e soprattutto incontro, ritmo, misura del tempo e dei diritti, saperi che si trasmettono non solo con la parola, ma anche attraverso il contatto e lo sguardo. È essenziale scorgere gli occhi che brillano, le palpebre che sbattono o la fronte increspata mentre si parla e si ragiona insieme.  “La lezione online non sostituisce la scuola e il suo ruolo centrale. Funziona bene con chi costruisce i rapporti sulla fiducia e desidera collaborare“, aggiunge Paola Sitzia, “non c’è, come prima, l’insegnante che richiama l’attenzione di chi è distratto ed è molto facile nascondersi dietro una telecamera spenta. Gli studenti sanno che il controllo degli adulti e soprattutto dei professori è più complicato e che devono imparare a essere più autonomi”.

 

Gli inconvenienti tecnici da superare

Con la didattica a distanza i ragazzi hanno dovuto fare i conti con le necessità pratiche delle lezioni online: la rete che non funziona bene, la scelta del software più adatto, i tentativi di ingressi non autorizzati con falsi profili.  “Di solito gli inconvenienti tecnici si possono superare e dopo la prima settimana non hanno più creato problemi, almeno a chi si è dato da fare per risolverli. Un fatto è certo: la didattica a distanza richiede indipendenza. Se la rete funziona male, alcuni ragazzi provano a spostarsi in un’altra stanza, altri invece sfruttano il problema per evitare la lezione”.

 

Può accentuare le differenze tra i ragazzi

La didattica a distanza ha accentuato le differenze fra i ragazzi che hanno a disposizione computer e wifi e quelli che hanno dovuto faticare per procurarsi un dispositivo o un buon collegamento a Internet. Ma non solo. “Fa riflettere il fatto che gli studenti meno motivati nello studio spesso mettono poca cura nell’invio dei materiali, inviano foto sfuocate o piccole, per imperizia, per disattenzione o per volontà?, mentre gli studenti più abili nello studio sono più accurati anche nelle nuove necessità della didattica a distanza. Dal punto di vista dell’apprendimento la lezione on-line può offrire potenzialità però solo gli studenti e gli insegnanti attivi e autonomi sanno approfittare mentre purtroppo chi si ferma davanti al primo ostacolo rimane  indietro”.

 

Ci sono squarci che illuminano le giornate

In mezzo alle lezioni on line e a questa scuola fra tavoli di cucina, soggiorni e camerette si aprono squarci di vita che illuminano le giornate. Un po’ di giorni fa mia figlia mi ha concesso di seguire ben nascosta l’appello (solo quello) della lezione a distanza di un suo professore alle prese con venticinque adolescenti connessi.

Un piccolo spettacolo di vitalità. Prof : “Marco (nome finto) ci sei? Dov’è Marco? Marco non c’è mai allora chiamiamo il programma Chi l’ha visto“. I ragazzi: “prof, è dispiaciuto che per quest’anno non ci può bocciare?” Prof: “e chi ve l’ha detto?” “Ehm… cioè, il presidente, il decreto”. Prof: “chi di voi dalla sua camera vede le stelle? “Nessuno prof, anche le stelle non possono uscire di casa”. Sipario.

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2 Comments
  • Anna Maria Ferretti

    18 Maggio 2020 at 10:38 Rispondi

    Leggendo questo articolo ho rivisto il mio percorso scolastico di oltre cinquantanni fa ,sempre accompagnati dai nostri professori ,e ho ammirato sia gli insegnati che gli alunni i quali i hanno imparato in brevissimo tempo un nuovo metodo per insegnare e per imparare..

    • Roberta Chessa

      21 Maggio 2020 at 16:08 Rispondi

      È vero, Annamaria. Sia i ragazzi che gli insegnanti hanno dato prova di sapersi adattare a questa situazione straordinaria e molto complicata. Grazie per avermi scritto. Un abbraccio.

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