Esame di terza media

L’ esame di terza media: come arrivare preparati

L’esame di terza media e il conto dei giorni per arrivarci. Un mese ancora e migliaia di adolescenti si troveranno alle prese con il loro primo esame a scuola. Tre prove scritte e un colloquio orale con tutti gli insegnanti. L’occasione per dimostrare ai professori e a sé che si è preparati per finire questo ciclo di studi e pronti a entrare nel nuovo mondo della scuola superiore.

 

L’esame di terza media

Del mio esame di terza media ricordo il caldo afoso di giugno, i mondiali di calcio che si giocavano in quei giorni, i miei cugini grandi che venivano a casa nostra a vedere le partite e me, fra i tiri in porta dell’Italia e i libri sempre in mano, che non volevo perdere la concentrazione.

Oggi nella scuola è cambiato quasi tutto, a giugno non ci saranno i mondiali di calcio e con i gemelli sto per vivere due esami. “Tranquilla mamma, in classe facciamo un sacco di simulazioni” , rassicura mio figlio. E mia figlia  “ho la tesina già quasi pronta e comunque d’ora in poi mi troverò con Marghe e Vera per ripetere gli argomenti”.

Nel frattempo ho parlato con due insegnanti di italiano e di matematica e mi hanno dato, per tutti, consigli e strategie per prepararsi.

 

Una commissione con tutti gli insegnanti

Intanto perché i ragazzi il giorno dell’esame si trovano per la prima volta di fronte a una commissione. “È formata da tutti i professori della classe che conoscono bene gli studenti”, dice Silvia Girolami, insegnante di italiano alla scuola media Fara di Milano. “In alcuni casi hanno fatto tre anni di lezione con loro. Solo il presidente, lo stesso per tutta la scuola, non è un insegnante della classe, ma il dirigente scolastico o un collaboratore”.

“Il fatto di conoscersi già è positivo per i ragazzi: la commissione può valutare ogni alunno per i risultati dell’esame e per l’impegno dimostrato durante tutti i tre anni delle medie”.

 

La prova orale e il discorso

Sia le prove scritte che quella orale vengono decise e proposte dal consiglio di classe. Con il tema di italiano, il compito di matematica e di lingua straniera gli alunni si sono misurati molte volte. L’orale è invece un momento per dimostrare la capacità di organizzare un discorso, un pensiero critico, di fare i collegamenti fra una materia e l’altra e anche di sapersela cavare se non si riesce a rispondere alla perfezione alle domande”.

“In alcune scuole si presenta la tesina su un argomento scelto da ogni studente: partendo da questo lavoro può fare collegamenti fra tutte le materie studiate”, prosegue Silvia Girolami. “In altri istituti invece la commissione presenta all’allievo un’ immagine, un articolo, la foto di un quadro o anche un documento sonoro da commentare. I ragazzi hanno a disposizione fino al mezzora  per riordinare le idee e poi inizia il colloquio vero e proprio che può durare dai venti ai trenta minuti”.

 

I collegamenti fra le materie

Si può spaziare fra i programmi studiati durante l’anno collegando le varie materie . “Gli insegnanti conoscono punti di forza e debolezze degli alunni e presentano immagini o documenti che vengano incontro il più possibile alle attitudini e alle competenze di ognuno”, aggiunge Silvia Girolami.

“Si cerca di mettere i ragazzi a proprio agio e di assecondare le loro inclinazioni e le abilità più spiccate. Se si vede che sono in difficoltà li si aiuta. Se non trovano le parole, perdono la concentrazione o si allontana troppo dall’argomento assegnato li si riporta sulla strada giusta. Si apprezza comunque la capacità di dribblare le difficoltà”.

 

Preparare un elenco dei contenuti

Certo, meglio non improvvisare e prepararsi con cura. Suggerisce Paola Sitzia, insegnante di matematica al Liceo scientifico Pacinotti di Cagliari “Diamo per scontato che si conoscano già gli argomenti dei programmi di studio.  Può essere utile scrivere un elenco dei contenuti delle varie materie per ricordare i concetti più importanti, organizzare qualche mappa che metta insieme argomenti di varie discipline e svolgere esercizi: dalla grammatica alla matematica.

È utile ripassare un po’ tutto e soffermarsi sui punti deboli. Meglio dedicare tempo a tutte le materie, un po’ di più a quelle in cui non ci si sente sicuri”.

 

Allenarsi e provare a casa

“Se i ragazzi hanno studiato con continuità non ci sono sorprese, prosegue Silvia Girolami, “l’allenamento però è importante e, come ripeto sempre ai ragazzi,  provate e riprovate. Perciò è efficace esporre un argomento a voce alta anche di fronte allo specchio oppure con un compagno di classe o con un genitore. Più volte si riesce a farlo, in momenti diversi, e meglio è”.

 

Un aiuto per colmare le lacune

“Se lo studente non riesce a ripassare né da solo né con i genitori o vuole rimediare qualche lacuna, l’aiuto di un insegnante con qualche ripetizione può aiutare a organizzare il lavoro.  E permettere di sostenere un esame al di sopra del consueto rendimento”, precisa la professoressa Paola Sitzia. “L’eventuale miglioramento può portare a un voto più alto all’esame, ma non a una maggiore autonomia o formazione che si costruiscono solo con un impegno costante“.

 

Per i genitori una presenza discreta

Nel cammino verso l’esame di terza media c’è anche il ruolo delle mamme e del papà. “L’atteggiamento migliore è seguire i figli a distanza”, suggerisce la professoressa Girolami.  “I ragazzi sentono la tensione, meglio non fare loro troppe domande, ma offrire una presenza discreta e la disponibilità ad ascoltare”.

“Meglio non chiedere di assistere alla prova orale dei figli. Anche se per alcuni genitori la tentazione è forte, è preferibile avere come testimone un compagno di classe”.

 

L’emozione e la curiosità

Lo studio, il ripasso e anche l’emozione. “Lo stato d’animo a volte influisce sul rendimento dei ragazzi che sentono la tensione del momento”, conclude Silvia Girolami. “Chi è preparato non deve preoccuparsi. Gli insegnanti apprezzano anche la capacità di andare oltre lo studio, di raccontare le proprie esperienze  e di rispondere anche a domande inaspettate”.

“La vita propone tanti esami, alcuni più impegnativi o formali e altri meno. Perciò, ragazzi studiate e preparatevi non per solo per le prove ma per voi stessi”, raccomanda Paola Sitizia, “e soprattutto siate curiosi verso tutto ciò che vi sta intorno, scuola compresa”.

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