La foto di classe e le emozioni di un attimo
La foto di classe a distanza. Quella di questo tempo di pandemia, con le facce dei ragazzi riunite nelle piattaforme virtuali dove si sono ritrovati a fare lezione in Dad per tanti mesi. Sorridenti, pensierosi, fiduciosi, creativi. Ma soli, ognuno perso dentro i desideri suoi.
La foto di classe a distanza
La pandemia ha ridisegnato i confini delle nostre relazioni e anche quel momento di socialità, imperdibile per generazioni di studenti, della foto di classe. Quella che ci ha ritratto nel cortile della scuola, nei corridoi larghi e con i soffitti alti, nelle aule colorate, raggruppati intorno alla cattedra e all’insegnante. Le più alte e i più alti sempre dietro, i piccoletti davanti. Sempre vicini, seduti o in piedi, gomito a gomito, spalla a spalla.
Per adesso, grazie alle stampe che abbiamo conservato, si tratta di un ricordo. Perché ora la foto di classe si fa a distanza con lo screen shot alla griglia delle videochiamate su Meet dove compaiono tutti i volti dei compagni di scuola. Oppure con un collage delle foto digitali di ognuno. A volte se si può, si scatta in palestra con i ragazzi presi dall’alto, mascherina su naso e bocca e lontani lontani tra loro. Poi ci pensano le App, la tecnologia e chi si occupa di immagine digitale a rendere tutto più caldo e vero.
Un rito emotivo insostituibile
Nella mia memoria, maggio è il mese delle foto di classe. Un rito emotivo irrinunciabile di cui tutti siamo stati protagonisti. In quelle immagini rivedo me piccola, grembiule bianco e fiocco al collo, rosa, poi celeste, giallo, blu e rosso alle elementari. Alla scuola media, fra i corpi acerbi e le espressioni bambine pronte a crescere. Al liceo, in mezzo a un gruppo di adolescenti, timidi, allegri, spigliati, insicuri, nelle espressioni le fatiche e anche le meraviglie di diventare adulti.
Immortala la socialità e l’appartenza
Una istantanea di vita che ha un valore insostituibile. Quando prendo le mie foto di classe in mano, alcune sbiadite e con le firme dei compagni dietro, provo tenerezza e stupore: ero proprio io con quelle gambette magre e penzolanti dalla sedia della prima fila? Oppure rivedendo quelle del ginnasio mi chiedo: perché avevo proprio la tuta da ginnastica celeste: forse non sapevo che sarebbe venuto il fotografo?
La foto di classe ferma l’attimo, l’infanzia e la giovinezza, parla di relazioni consumate dal vivo, voglia di stare insieme, di diventare comunità, dà un senso di appartenenza. È il ricordo insostituibile di un’esperienza fondamentale. Pure chi a scuola andava controvoglia può ritrovare nella foto un buon motivo per dare valore a quel periodo.
Memoria stampata di passaggi della vita
La foto di classe è memoria di passaggi essenziali della vita, restituisce volti a nomi che ci siamo quasi dimenticati, ci fa sentire parte di una storia di gruppo. È un mosaico di sentimenti, di respiri, di simpatie e antipatie, di gomitate per conquistare il posto vicino all’amico del cuore o all’amore del momento. Custodisce germogli di personalità, tracce di aspirazioni, occhi guizzanti e curiosità verso mondi e immaginari da esplorare.
Il compito affidato alla tecnologia
Il Covid ha annullato questa cerimonia, l’ appuntamento fisso che prevedeva cura e preparazione oppure improvvisato, che ha lasciato a tutti sensazioni incancellabili. Un compito affidato adesso al digitale, all’originalità delle App, alle piattaforme che per più di un anno con la didattica a distanza hanno tenuto insieme i visi della prima C o della quarta E, della seconda H.
Migliaia di gambe e di occhiali in corsa sulle scale (come dice Antonello Venditti in Compagno di scuola) quest’anno non si metteranno in posa sulle panche, sui gradini dell’ingresso, nell’atrio della scuola. Però, e dico per fortuna, anche il digitale parlerà di loro. Dello sguardo bambino e adolescente di milioni di studenti, del desiderio di essere spensierati, leggeri, liberi.
Rimani assieme a noi. Iscriviti alla newsletter!
La newsletter racconta storie di vita e un po’ delle mie esperienze di tutti i giorni. Ci sono anche novità, idee da condividere e, in regalo, il mio ebook Vedodoppio. Di solito, la invio una volta al mese.
Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
No Comments