I figli gemelli e le domande che mi hanno fatto più spesso
Figli gemelli, le domande e le risposte. Quando ti vedono che spingi un passeggino con due gemelli o che coccoli due bambini uguali e della stessa età, oppure diversi, ma sempre della stessa età, sono tanti i complimenti, le curiosità, i quesiti.
Figli gemelli, domande e risposte
Molti si ripetono, uguali nel tempo, come se a farle fosse la stessa persona. Anche a me, quando i miei erano piccoli è successo tante volte di sentire gli stessi dubbi: “se uno piange anche l’altra comincia a strillare?” “se l’una si sveglia anche l’altro ha subito gli occhi aperti?” “Vanno d’accordo?”. Estranei, ma anche amiche, amici, colleghi, cugini, zie e molti altri hanno posto i loro interrogativi sui gemelli e sulla mia vita con loro. A volte ho risposto pronta, altre volte ho provato con la pratica. Dato che anche per me era la prima volta.
Immersione in una vita sconosciuta
Perché avere un figlio, nel mio caso due in contemporanea, è l’immersione in una vita sconosciuta e in un paesaggio ignoto che cambia ogni giorno. Però con i figli gemelli le domande ritornano e si ripetono. Come la frase: “che bello, hai avuto due gemelli. Sai che è il mio sogno?” Beh, non lo so, forse non era proprio il mio. Certo, so invece che la vita con due neonati è faticosa, ma be, travolgente, elettrizzante. Che devo imparare un’infinità di cose e forse non avrò mai la risposta giusta per certe domande.
Chi è il più grande dei due
L’ho sentito decine di volte: che carini! ma chi è il più grande dei due?. Come chi è il più grande? Questo quesito un po’ bizzarro si basa, credo, sulla vecchia convinzione che chi dei due gemelli nasce prima sia in realtà il più piccolo. Se per più grande si intende chi è stato concepito per primo, per i gemelli monozigoti il concepimento avviene nello stesso momento. I gemelli eterozigoti sono concepiti in tempi, se pur minimi, diversi, ma non può essere accertato in nessun modo chi sia il primo. I miei figli sono nati a distanza di un minuto l’uno dall’altra durante un parto cesareo perché, nella pancia, stavano intrecciati per bene. Medico e ostetriche li ricordo sorridenti e soddisfatti. Io, stremata dall’emozione, ho fatto un lungo pianto di gioia e di sollievo. E da quel momento non ho più pensato a chi fosse il maggiore dei due. Del resto, i gemelli sanno bene che sono nati assieme e, in casa nostra, per convenzione sono entrambi i più grandi. O, se serve, i più piccoli.
Li hai allattati insieme
“Come hai fatto a dare da mangiare a due neonati nello stesso momento?” Anche questa, per chi ha figli gemelli, è una delle domande ricorrenti. Perché allattare due neonati è un compito impegnativo. Io sono dovuta passare presto al biberon, anzi ai biberon. All’inizio, se non avevo il supporto del papà, della nonna, della tata o di qualcun altro davo il latte prima all’uno poi all’altra. Poi con l’aiuto di cuscini, sdraiette e adottando posizioni strategiche sono riuscita anche a farli mangiare nello stesso momento. Sempre che i risvegli e le richieste fossero sincronizzati.
Hanno lo stesso carattere
I tuoi gemelli hanno lo stesso carattere? Chissà perché si pensa che chi è nato in coppia debba provare emozioni all’unisono, reagire alle faccende di tutti i giorni nello stesso modo. Oltre al fatto che sono nati lo stesso giorno e nello stesso momento, i gemelli, due o anche tre, hanno personalità ben distinte. E, come mi è stato sempre raccomandato, è bene favorire lo sviluppo dell’identità di ognuno. Nel mio caso, con un maschio e una femmina, la differenza è stata, da subito ben evidente. Non mi sono trovata di fronte alla scelta se vestirli uguali oppure no e le differenze di temperamento si sono viste dai primi giorni nella culla. Come capita, comunque, anche ai gemelli identici dello stesso sesso.
Dormivano la notte
Quante volte mi è stato chiesto! Quello del sonno è stato per me un argomento delicatissimo. Per molto tempo ho vagato di giorno con le occhiaie profonde in questa mia nuova vita, un mondo ignoto dove tutte le novità mi sembravano attimi eterni. Invece ogni cosa era destinata a cambiare molto in fretta. Non volevo sentire le storie di chi diceva “i miei figli si addormentano alle nove e si risvegliano al mattino dopo”. Perché per me non è mai stato così, sin da quando i gemelli erano piccolissimi. E molte regole lette e rilette si sono infrante sul muro della pratica di tutti i giorni. Il rapporto dei due con il sonno è stato ed è tuttora molto diverso. Il maschio non ha mai fatto fatica ad addormentarsi e non si è mai svegliato durante la notte se non, da neonato, per mangiare. Lei, la bimba, sino a cinque anni si è svegliata più volte nelle ore notturne, piangendo senza un motivo e a me sembrava che non avrei dormito mai più per qualche ora di filato.
Li hai messi nella stessa classe
Da quando li ho iscritti alla scuola materna questa è, negli anni, la domanda più frequente. No,i gemelli non sono mai stati nella stessa classe . Alla scuola materna, sono state una dirigente e le insegnanti a suggerire il distacco. Alle elementari ,ci è sembrato che potessero stare bene a scuola anche se separati per qualche ora. Appoggiati dalle maestre, dalla loro felicità nel ritrovarsi, dalle amicizie per ognuno che poi sono diventate di entrambi. Quando si è trattato di andare in prima media sono stati loro a decidere, stupendomi un po’ per la convinzione e la determinazione. In questo caso non una, ma ben due scuole diverse.
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La newsletter racconta storie di vita e il meglio delle mie esperienze di tutti i giorni. Ci sono consigli e novità. Sempre, spunti e idee da condividere. Di solito, la invio una volta al mese.
Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
CHESSA MARIO
14 Aprile 2018 at 17:47Ho letto tutti gli articoli del blog, molto interessanti, Quello che mi è piaciuto di più è quello che hai postato in occasione dell’undicesimo compleanno dei tuoi gemelli , augurando loro undici bellissimi percorsi per la loro vita. Brava. Anna Maria
Roberta Chessa
15 Aprile 2018 at 21:22Carissima, grazie per i complimenti. Spero di leggere presto altri tuoi commenti. Un bacio grande.