Mille e uno slime
Creare lo slime, parlare di slime, guardare video che spiegano come realizzarlo, fare video mentre è immersa fra i barattolini è l’ultima passione di mia figlia. “Ma a cosa ti serve, tesoro?” “È un antistress, mamma”, risponde lei, la sorella gemella, con lo sguardo illuminato.
I primi tentativi l’anno scorso sotto i miei occhi un po’ distratti e soprattutto preoccupati che le piccole pallottole mollicce non finissero sul pavimento. Intanto, lei perfezionava la tecnica guardando tutorial e sperimentando passaggi e ingredienti nuovi. E trasformava la scrivania, sgombra dai libri, in un laboratorio da Gargamella.
I miei occhi hanno continuato a osservarla, ma non troppo, sino a un giorno di qualche settimana fa quando la mia amica C mi ha raccontato “Sai, dovevo fare la festa di mia figlia M in piscina, ma poi pioveva. “Cosa avete fatto?” “Siamo finiti tutti a casa a fare lo slime, noi siamo messi così. Non so se sai…”.
“Certo, che so,” ho risposto sicura. In realtà sapevo, ma non abbastanza. Sì, certo lo slime (o slaim) era un gioco che c’era già negli anni Settanta, ma c’è molto di più.
Creare lo slime è una passione contagiosa
Così ho incontrato un mondo fatto di youtuber competenti in materia con molte migliaia di clic e follower, da Jolanda Sweets a Lady Giorgia, che stimolano l’inventiva con video dettagliatissimi e curati su come creare ogni tipo di slime. E poi pagine e profili social dedicati e un elenco interminabile di ricette, trucchi, varianti originali: fluffy, slime vivo, senza colla, brillante, glitterato, fluorescente, con i marshmallow, commestibile, che crepita…
E mia figlia passa pomeriggi interi, da sola o con la sua amica R, occhi azzurri e un concentrato di grazia, a creare lo slime mescolando paste molli fra un barattolino e l’altro, aggiungendo, a seconda del risultato desiderato, schiuma da barba, bagno schiuma, detersivo per i piatti, shampo, la mia crema al gelsomino, farina di mais, di riso, tempere, smalti per le unghie. E impegnando i barattoli della cucina per conservare tutte le creazioni morbide. Perché la pasta per non perdere fluidità e consistenza deve essere conservata in un contenitore, riparato da aria e polvere.
Lo slime è un passatempo che allena i cinque sensi
Allora creare lo slime non è solo un antistress come mi ha detto lei, la sorella gemella, per liquidarmi. Cerco di capire perché piace tanto e di andare oltre la piccola massa molle mentre ne scivola una tra le mie dita. E vedo un passatempo che allena i cinque sensi e non solo il tatto, fa liberare i pensieri, ricorda le nuvole soffici, certi impasti fragranti. È un piccolo massaggio, una carezza, uno svago da piccoli, da grandi, da tutti. Non richiede abilità specifiche, ma una su tutte sì: la creatività.
“Ehi, mamma, dammi lo slime devo rimetterlo nella scatola. Altrimenti si secca”. Sedotta e abbandonata.
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Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
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