Alle medie torniamo da soli
“Driiin. Suona la campana. Gruppi di ragazze e ragazzi escono arruffati e impetuosi: non vedono l’ora di essere fuori da quel portone. E poi? Si va a casa. Ma alle scuole medie possono tornare a casa da soli?
Negli ultimi tempi ci sono stati un lungo dibattito e molte voci in proposito perché, per una recente sentenza della Cassazione, i ragazzi prima dei quattordici anni, quindi studenti delle scuole medie non possono tornare a casa da soli. Vietato scappare appena suona la campana, fare un giro con i compagni di classe, a meno che l’insegnante non veda i visi di padri, madri, nonni o baby sitter.
I miei figli alle scuole medie possono tornare da soli
Così’ almeno sulla carta. Meno nella realtà che mi capita di osservare. Alle medie i ragazzi escono da scuola soli o a gruppi, quasi tutti con gli occhi puntati fissi sullo smartphone. E si avviano a gruppi per prendere il bus oppure a piedi sulla strada di casa. Genitori o nonni? Rarissimo vederli. Nella scuola che frequenta mio figlio, all’inizio dell’anno, hanno consegnato un modulo ai genitori. Se volete che torni a casa non accompagnato firmate qua.
Negli anni passati mi colpiva molto il fatto che, sino agli ultimi minuti delle elementari, mamme, papà, baby sitter, erano tutti lì a prendere i bambini all’uscita di scuola, poi dopo pochi mesi, vedevo gli stessi bambini in prima media tornare da soli e pure contenti. Non credo che pochi mesi d’estate bastino per farli diventare più maturi, ma la fiducia dei genitori e la sensazione (e il desiderio) di sentirsi più grandi fanno molto.
Quando è toccato ai miei figli non ho avuto dubbi o esitazioni. Sì, alle scuole medie possono tornare da soli. Hanno prevalso il buonsenso, la voglia di renderli indipendenti e di avere più tempo per me verso un prepotente e a volte irrazionale istinto di protezione e di controllo. Mia mamma, la nonna A, interpellata ha tagliato corto “Accompagnarli troppo fa male e non imparano nemmeno i nomi delle vie (!)”.
I gemelli hanno scelto insieme
Per i gemelli, nella pratica, la decisione non è stata immediata. Frequentano due scuole diverse, ma la strada da percorrere è la stessa. Per un po’ mi hanno chiesto di accompagnarli al mattino, anche se il tragitto fra casa e scuola è breve. E, a volte, di andare all’uscita di scuola, così per sentirsi rassicurati e raccontare giornata e momenti di scuola. “Potete farvi compagnia”, dicevo. “Sì, ma vieni anche tu”. Sino a che un giorno è arrivata la loro decisione spontanea. Forse hanno parlato fra loro, forse no. “Andiamo da soli”.
Educarli a gestirsi in autonomia e sicurezza
Alberto Pellai, psicoterapeuta dell’età evolutiva, in una recente intervista rilasciata a un giornale raccomanda ai genitori “di interrogarsi sulle competenze per educare i figli così da preadolescenti possono gestire in autonomia e sicurezza un percorso casa- scuola, riducendo il rischio di trovarsi coinvolti in pericoli prevedibili. I fatti non prevedibili accadranno comunque”.
È vero, non possiamo prevedere tutto ed essere onnipotenti con i figli . E il lasciar fare, il farsi da parte, anche nel pezzetto di strada da scuola a casa, aumenta il senso di responsabilità. Pazienza per le nostre apprensioni.
Noi adulti , dice ancora Pellai, non riusciamo a tollerare l’ansia di vedere un figlio che a undici anni può uscire dal cancello di casa non accompagnato per andare a scuola, in oratorio o in palestra. I genitori devono imparare ad autoregolare l’ansia quando un figlio diventa grande e non può più essere controllato tutto il giorno dal loro occhio vigile.
Insomma, non servono guardie del corpo per crescere. Molta fiducia e pazienza, invece sì.
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Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
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