Mamma di gemelli di un anno e mezzo. Il racconto di Thea.

Thea e i gemelli Pietro e Romeo

Mamma di gemelli di un anno e mezzo. Un desiderio compiuto e la pienezza di una gioia moltiplicata per quattro che si svela con le scoperte e i progressi di ogni giorno, guardando gli occhi limpidi di due bimbi che prendono l’orizzonte.

 

Bimbi attesi e desiderati

Thea ha quasi trentacinque anni, i capelli chiari e ondulati e l’entusiasmo di raccontare la sua esperienza di maternità doppia con dolcezza e generosità. Per dieci anni ha lavorato nel settore commerciale dell’azienda di famiglia. Ora è mamma di due gemelli di un anno e mezzo, Pietro e Romeo. E costruisce una nuova vita, personale e professionale, con il compagno Eugenio e i due bimbi. Cercati e attesi a lungo. 

 

La maternità doppia e la felicità

“Con Eugenio, il mio compagno, abbiamo desiderato molto un figlio.  I piccoli Pietro e Romeo sono arrivati dopo un percorso di procreazione assistita durato tre anni .  Abbiamo fatto più tentativi e al terzo anno sono rimasta incinta. Sapevo che l’arrivo dei gemelli era una possibilità e, alla quarta ecografia, abbiamo avuto la conferma dopo aver visto le due camere gestazionali. Ero felicissima! In quel momento mi sembrava tutto possibile e mi sentivo molto grata” .

 

La gravidanza serena

“La gravidanza gemellare è stata serena anche se al quarto mese ho avuto una minaccia d’aborto durata qualche giorno. Un po’ di timore, ma di solito non provo mai paura per le cose che non stanno accadendo. Ho affrontato tutto il periodo con  energia e grinta perché vedevo che tutto procedeva bene”.

 

Il parto alla trentasettesima settimana

“Tenevo molto alla fase che precedeva la nascita dei gemelli.  Ho seguito corsi di preparazione al parto e, nonostante le opinioni contrarie in famiglia e degli amici, volevo partorire in modo naturale. Pensavo al contatto immediato con i piccoli, al fatto che il papà vivesse quel momento accanto a me. Poi però, per qualche piccola complicazione, è stato deciso di fare il parto cesareo: ero arrivata alla trentasettesima settimana”. 

Al momento della nascita i gemelli erano piccini: Romeo pesava un chilo e novecento grammi e Pietro due chili, ma erano in salute  e dopo cinque giorni siamo tornati tutti a casa”.

 

Il bisogno di trovarsi in quattro

“Era tutto pronto, dalla cameretta alla carrozzina. Eppure, appena entrata mi sono sentita smarrita e ciò che mi stava più a cuore era che stessimo, finalmente, noi quattro insieme. Per questo motivo nei primi giorni ho sofferto molto la vicinanza dei parenti: non chiedevo aiuto, ma un’ intimità nostra in questi nuovi momenti. Eugenio è rimasto assieme a noi per dieci giorni. Anche dopo e tuttora è sempre molto presente”. 

 

L’allattamento al seno nei primi mesi

“Ho allattato i bambini al seno per quattro mesi. Avevo dolori forti e ho fatto tanta fatica, il latte non bastava e ho dovuto inserire l’aggiunta. I piccoli dormivano poco, con Eugenio ci alzavamo insieme per le poppate, se piangevano o per cambiarli.  Alla fine siamo passati al latte artificiale e i bimbi hanno cominciato a dormire per molte ore di seguito. E noi con loro”.

 

L’esperienza dell’asilo nido

“Nei primi mesi mia madre mi dava una mano, soprattutto perché sono tornata al lavoro presto. Ma per il resto sentivo di farcela da sola e con Eugenio e non ho sentito la fatica ma tutta l’energia che mi arrivava dalla maternità“.

“Quando i bambini hanno compiuto dieci mesi abbiamo deciso di iscriverli all’asilo nido. I primi tempi si sono ammalati spesso, ma sono convinta che per loro sia un’esperienza importante. In quelle ore riesco a ritagliarmi tempo per il lavoro”.

 

Poche parole e tanta vivacità

“Pietro e Romeo ora camminano, dicono poche parole, ma si fanno capire. Pietro ha i capelli chiari e gli occhi azzurri, Romeo è castano con gli occhi verdi. Hanno un carattere molto diverso e quello che non trovo nell’uno trovo nell’altro. Mi sembra come se avessi tanti regali da scartare a Natale”. 

Prima mi sembravano slegati, facevano parte l’uno dell’altro senza interagire: non si consideravano. Ora invece si cercano e giocano tanto insieme. Hanno una camera tutta per loro, ma spesso vogliono dormire nel letto con noi. Anche in questo caso, lascio che accada pensando che sia solo un periodo”.

 

La vita sociale e i ritmi dei piccoli

“Con Eugenio abbiamo un bel gruppo di amici con cui di solito organizziamo uscite e serate. Anche dopo la nascita dei bambini,  il desiderio di socialità è sempre molto forte e pur con qualche rinuncia siamo riusciti a trovare il tempo per qualche cena fuori casa.  E cerco di fare altrettanto in qualche uscita con le amiche che assecondano il cambiamento di ritmo della mia vita”.

 

Esigenze diverse nello stesso momento

“Avere due bambini assieme è molto impegnativo, ma non sento di potermi lamentare: vivo la vita che volevo. È un’esperienza ricca e unica e spesso è difficile farsi capire. La frase che più mi dà fastidio è ‘per te è più facile, fai fatica una sola volta’. In realtà i gemelli  non hanno le stesse esigenze, ma due esigenze diverse nello stesso momento.

Alle altre mamme che vivono una maternità doppia dico di godersi l’esperienza che poi si si rivive più. È tutto tanto, le fatiche, le preoccupazioni, ma è un tanto che riempie”.

Pepite

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