Le fiabe che ci aiutano a capire gli adolescenti
Fiabe e adolescenza. Vi sembrano una coppia insolita? Possono dirci qualcosa dei ragazzi che attraversano l’età del cambiamento un po’ scorbutici, un po’ sognatori, a volte entusiasti, a volte pensierosi? Dei ragazzi che desiderano fare mille scelte, che non riescono a decidere, che cambiano opinioni oppure sembra che abbiano certezze ferme e immutabili?
Fiabe e adolescenza
C’era una volta… Storie con un lieto fine, principesse e principi, scarpette di cristallo, cestini pieni di dolci, carrozze, fusi, mele, specchi. Quante ore passate a raccontare Cenerentola, Biancaneve e Cappucetto Rosso ai miei bimbi gemelli quando erano piccoli, quante ore a guardarne la versione cinematografica, quante ore anche a inventare varianti del finale. Ora che sono preadolescenti mi è venuta voglia di rileggerle. E, ripercorrendo discese ardite e risalite verso castelli turriti, ho scoperto che dietro sortilegi e incantesimi le favole hanno da dirci tanto anche sull’adolescenza. E offrono ai genitori spunti per capire meglio i ragazzi.
Un viaggio magico nell’età delle emozioni intense
Loro, nell’età a più alta intensità emotiva, vivono in bilico tra la necessità di sperimentarsi per sentirsi grandi e il timore di sbagliare e perdere i privilegi dell’infanzia. A volte, sembra che vogliano entrare in letargo per non affrontare le difficoltà del momento. “Un po’ di passività e un ripiegamento parziale su sé stessi servono a ogni adolescente per riflettere e ripartire con un nuovo slancio”, spiega la psicologa e psicoterapeuta, Roberta Altieri che mi ha guidato in questo viaggio magico tra fiabe e adolescenza.
Alternanza di stati d’animo
“La favola che racconta meglio questa alternanza di stati d’animo è La bella addormentata nel bosco di Charles Perrault. Qui, la principessa Aurora, vittima di un incantesimo della strega cattiva, a sedici anni viene punta da un arcolaio e condannata a dormire un sonno profondo, lungo cento anni. Sino a che la sveglierà il bacio del vero amore del principe Filippo.
Un supporto per superare le paure
E l’adolescenza che c’entra? Intanto, dalla storia si comprende che i genitori offrono un supporto per superare e vincere le paure, ma non possono sostituirsi ai figli e pensare di eliminare tutti i pericoli che incontrano. “La fata cattiva ci dice, con toni drammatici, che arriverà un momento cruciale per la principessa e sconvolgerà la sua vita: si pungerà il dito con un fuso e morirà”, prosegue Roberta Altieri.
“L’incantesimo viene poi mitigato dalla fata buona e Aurora cade in un sonno profondo. Dopo la premonizione della fata cattiva, il re ordina ai sudditi di bruciare tutti gli arcolai del regno per cercare di proteggere la figlia dal maleficio. Non viene detto nulla, invece, della preoccupazione della regina: pare quasi consapevole dell’evento e dell’inutilità di affannarsi tanto per prevenirlo”.
Affrontare le difficoltà in prima persona
“Questo passaggio rappresenta il fatto che i genitori non possono proteggere i figli dalle crisi della crescita: i ragazzi devono affrontarne le difficoltà in prima persona, anche se si corre il rischio di sentirsi sopraffatti dal cambiamento. La fiaba ci dice anche che c’è sempre una seconda via meno spaventosa: ci si può ripiegare in se stessi e rifugiarsi in un sonno profondo da cui ci si risveglia quando si è pronti per affrontare la vita adulta”.
Non forzare le tappe
La Bella addormentata nel bosco racconta anche l’importanza di non forzare le tappe. Il simbolo è proprio il lungo sonno della principessa che dura ben cento anni. “Durante questo periodo tutto il regno si addormenta, viene avvolto da una foresta di rovi e, per quanto molti cavalieri cerchino di entrarci, non ci riescono. Quando è passato il giusto tempo, invece, i rovi si ritirano e non c’è bisogno di lottare: gli eventi possono andare avanti in modo naturale. È un invito, sia per gli adulti che per i ragazzi ad avere fiducia nel futuro”, aggiunge la psicologa.
La tolleranza dell’attesa
La storia de La Bella addormentata insegna anche la tolleranza dell’attesa. Anche qui, un legame stretto tra fiabe e adolescenza. I ragazzi vorrebbero tutto e subito, noi genitori spesso cediamo alle richieste continue. “È importante ricordare ai più giovani che l’attesa è una premessa indispensabile per raggiungere i propri obiettivi più importanti come ci dimostra la fiaba. Passati i cento anni, i rovi intorno al castello si trasformano in fiori e il principe riesce a raggiungere la principessa che, nel frattempo, è maturata e può affrontare senza timori la vita da donna adulta”.
“Il bacio del principe e il matrimonio celebrato nello stesso giorno mettono in rilievo questo passaggio decisivo”, conclude la psicologa Roberta Altieri, “se abbiamo superato i problemi di una certa fase della vita, possiamo affrontare tranquillamente la successiva. E lo si intuisce già all’inizio della storia: il fatto che il re e la regina abbiano aspettato per tanti anni un erede unito al sonno secolare conferma l’idea che una lunga attesa non toglie nulla agli obiettivi, anzi è necessaria per permetterci di raggiungerli e di goderci i risultati”.
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Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
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