Neomamme e stanchezza

Neomamme in equilibrio tra gioia e stanchezza

Neomamme e stanchezza. Quel periodo delicato che segue la nascita di un figlio. Quando la felicità si  mischia all’insicurezza,  lo stupore ai timori. Quando si comprende forse come mai prima cosa significa la parola stanchezza.

 

Neomamme e stanchezza

Quella che la scrittrice Guadalupe Nettel nel romanzo La figlia unica  descrive così:  “una stanchezza irrimediabile. Quando si parla di maternità queste cose non te le racconta nessuno. È uno dei segreti che assicurano la continuità della specie”. 

Tutte le donne sanno che l’arrivo di una o un neonato, per non parlare di quello che ricordo con due gemelli, scompiglia la vita. Non tutte sono pronte ai tumulti che comporta. 

 

L’immersione in una vita sconosciuta

Concorda Cristina Minottti, psicologa dello sviluppo e dell’educazione,  neomamma, un profilo Instagram curato e molto seguito da cui condivide esperienze, suggerimenti e riflessioni. “È vero non si raccontano mai abbastanza la fatica e l’impegno che coinvolgono le nuove mamme: siamo più presi dalla narrazione della dolcezza e delle gioie del momento. Invece le sorprese arrivano anche dalla sensazione di sfinimento e da quella che chiamo stanchezza primordiale“. 

 

Lavorare sulla coppia

Superarla non è semplice, ma è importante cercare subito un appoggio fisico ed emotivo. “Partirei dalla coppia, non solo dalla madre, ricordando sempre che il figlio è di entrambi. Tutto ciò che riguarda il neonato dal cambio pannolini, alle sveglie notturne all’allattamento con il biberon si può fare a metà, essere distribuito in base agli orari e agli impegni di ognuno”, aggiunge Cristina Minotti.  “La mancanza di sonno e di riposo possono creare conflitti, meglio cercare momenti di tranquillità per parlarne, senza accusarsi a vicenda”. 

 

Momenti e memorie indelebili

La nascita di una figlia o di un figlio è un momento intenso, ma anche l’immersione in una vita sconosciuta. Si vaga in un paesaggio ignoto,  si vivono momenti che lasciano memorie indelebili difficili da lasciare andare. 

Nuovi orari, toni di voce insoliti da usare, nuove preoccupazioni: novità che sembrano destinate a durare in eterno “invece vengono superate da altre trasformazioni. Noi impariamo a comportarci e i bambini  cambiano, noi impariamo a prevederli e loro ci spiazzano fra occhiaie e sonno cronico. Fragilità, debolezze, maternità diverse da quelle immaginate possono portare le donne a chiudersi in sé stesse”. 

 

Attivare le reti intorno ai genitori

“Non bisogna esitare a cercare aiuto e attivare la rete delle persone che abbiamo intorno.  Ben venga il supporto dei nonni se sono disponibili, senza dare per scontata la loro disponibilità e la presenza. Si può anche pensare di allargare il cerchio intorno alle neomamme  con le amicizie; a volte si può ricevere un sostegno dai vicini di casa. Se è possibile, è prezioso l’aiuto di una baby sitter che fa al caso nostro”. 

 

La ricerca del benessere

“A volte con un bimbo o una bimba piccoli sembra un’impresa impossibile, ma per una neo mamma è importante spostare l’attenzione anche sul proprio benessere”, raccomanda Cristina Minotti.  Trovare spazi, anche piccoli, da dedicare alla cura di sé stesse per riprendere energie e fiato. I bambini sentono la nostra frustrazione: star bene è un regalo che si fa ai piccoli e anche a noi stesse”.

 

L’organizzazione di una nuova routine

E quando è il momento di riprendere il lavoro e gli impegni della vita di tutti i giorni? “Suggerisco di cominciare qualche settimana prima a definire una nuova organizzazione della famiglia. È utile per capire come inserire i bisogni del bambino in questi nuovi orari e per sperimentare le soluzioni più efficaci. Meglio (se c’è) preparare la squadra intorno a noi così quando arriva il momento ci si sente pronti e si capisce quali sono i punti deboli. 

 

L’istinto materno e il racconto del reale

Le neomamme sono impegnate ad agire sulla psiche per creare un legame con il nuovo nato. E il desiderio di cura è indispensabile per il piccolo. Non è detto che ci si senta madri dal primo minuto che si tiene fra le braccia un neonato. “Il materno è una conquista, non un semplice fatto biologico. “L’istinto materno non ha un interruttore on off”, conclude Cristina Minotti, ” anche per questo bisogna darsi tempo. Da evitare, i paragoni con maternità che ci sembrano perfette. Continuare invece a raccontare quello che si prova. Così così le donne si sentono meno sole”.

 

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