Bullismo associazione che aiuta la famiglia

Bullismo, un pronto soccorso per la famiglia

Il bullismo e un’associazione che aiuta la famiglia. Capita di sentirsi dire: mamma, a scuola c’è quel bambino che mi dà sempre fastidio. In questi giorni mi prendono sempre in giro e io mi sento triste.  Bullismo? Forse. Prepotenze fra pari, di sicuro.

 

Bullismo un’associazione che aiuta la famiglia

Può capitare che nostra figlia o nostro figlio sia bersaglio di aggressioni e prese in giro da parte dei coetanei. E chi chiediamo: parlo con gli insegnanti? Affronto questi ragazzi? Oppure dico a mio figlio restituisci  sgarbo e sgambetto. O, ancora, ignora i prepotenti e cerca di essere più forte.

Risposte rassicuranti per noi genitori si trovano all’Associazione Difesa in famiglia. Qui un gruppo di professioniste, dall’avvocato alla psicologa, dalla mediatrice alla counselor, ha unito passione e competenze per dare vita a un pronto soccorso per la famiglia da contattare se siamo in crisi o disorientati. 

 

Capire le cause e come difendersi

“L’ associazione nasce dall’idea di sorreggere la famiglia nei momenti di difficoltà“, spiega Flavia Galli, avvocato e responsabile del progetto. “Siamo presenti in tante  situazioni, dalle separazioni alla perdita del lavoro, dai figli adolescenti ai genitori anziani, che  scombussolano l’equilibrio e la  normale vita familiare”.

“Per gli episodi di bullismo accogliamo genitori e figli  e li aiutiamo a capire quali sono le cause e come ci si può difendere, valutando i comportamenti più adatti al caso di ognuno.  Si fa chiarezza sul problema: il bullismo è una forma di violenza verbale o fisica messa in atto da una o più persone nei confronti di un’altra, più debole e che non riesce a difendersi. Perché si possa parlare di bullismo non basta un singolo episodio di offese, di derisione o di violenza, ma questi comportamenti devono essere ripetuti nel tempo”.

 

Si possono avere sino a tre incontri gratuiti

Chi  si rivolge all’associazione Difesa in famiglia ha la possibilità di fissare sino a tre incontri gratuiti“, aggiunge Flavia Galli. “Durante la prima chiacchierata cerchiamo di definire il problema da risolvere e di individuare il tipo di aiuto di cui si ha bisogno.  Spieghiamo anche tutti gli strumenti che la legge mette a disposizione. Se non si riesce a trovare una soluzione immediata, indirizziamo le famiglie allo specialista più indicato”.

 

Prevenzione e informazione

Prevenzione e informazione sono alla base del lavoro del gruppo di esperte.  “Sul tema dei bulli e del bullismo  sensibilizziamo e facciamo chiarezza organizzando incontri e cicli di conferenze in scuole, biblioteche e altri spazi comuni”, spiega Valeria Locati, psicologa e psicoterapeuta della famiglia, che fa parte del team dell’associazione.  “A volte i genitori non si accorgono subito oppure non riescono a mettere bene a fuoco il disagio e le difficoltà vissute dai figli:  da qui la difficoltà di risolverle”.

 

Mettersi in ascolto dei figli

Certo, per affrontare il problema del bullismo bisogna mettersi in ascolto dei figli e delle loro emozioni. E cercare sempre il dialogo.  Possiamo educarli a non essere indifferenti e ad avere stima di sé. Cogliere segnali, sguardi e disagi negli episodi microscopici e quotidiani. “Guidiamo i genitori nel capire se i figli vivono situazioni che li mettono a disagio”, aggiunge la psicologa Valeria Locati. “Troppi mal di pancia, cambi di umore sono la spia di qualcosa che non va: i ragazzi, di solito, non fingono”.

 

Usare film e racconti per dialogare

Cosa possono fare i genitori se i figli vivono episodi di bullismo?  “Con i più piccoli, funziona lo strumento della narrazione. La mamma o il papà possono leggere assieme a loro  un racconto o guardare un film in cui il protagonista vive una vicenda simile alla bambina o al bambino”, suggerisce la psicologa.  “Identificarsi  di solito dà uno stimolo positivo”.

 

Rafforzare le loro sicurezze

Quando sono adolescenti è importante farli brillare nei loro contesti.  Esaltare  tutte le qualità e i talenti: è indispensabile in un’età in cui i ragazzi stanno formando la loro personalità”, conclude la psicologa Valeria Locati. “Se un adolescente non ama il calci, ma è portato per la danza va incoraggiato a seguire questa strada. La ragazza che viene offesa per il suo aspetto fisico va motivata a coltivare qualcuna delle sue doti, magari il canto, il disegno o altre forme espressive. Di solito, di fronte a un punto di forza le prese in giro cessano”.

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