Gemelli biovulari maschio e femmina. Il racconto di Cristina.

Cristina, i gemelli e il numero perfetto

Due gemelli biovulari maschio e femmina. Quattro occhi azzurri che illuminano i visi delicati. Un fratellino più grande. Le giornate fatte di corse e incastri.  Uno slancio vitale così intenso da poter dire con sicurezza che tre è il numero perfetto.

 

Gemelli biovulari maschio e femmina

Capelli mori sulle spalle, occhi castani, Cristina ha trentuno anni e una voce gioiosa. Lavora nel settore amministrativo di un’azienda ferroviaria ed è mamma di tre bambini: Giorgio, sei anni e i gemelli biovulari Silvia e Leonardo di tre e mezzo. Le sue giornate sono fatte di orari certi e imprevisti, acrobazie e incastri uniti dal desiderio di mantenere entusiasmo e sorriso. E dal piacere di condividere la sua esperienza di mamma di gemelli anche dal profilo Instagram,  diventato luogo di incontro e di scambio. 

 

Gravidanza gemellare alla quarta generazione

“L’arrivo di due figli gemelli è stato inaspettato, non ci pensavo proprio”, racconta Cristina. ” In realtà per le nostre famiglie Silvia e Leonardo sono la quarta generazione di gemelli di seguito. La notizia che ero in attesa di due bimbi è arrivata alla terza ecografia: nelle prime due si vedeva solo un embrione. Durante la visita ero sola e appena ho sentito i battiti di due cuori ho quasi urlato come lo dico a mio marito? E poi ho un bambino piccolo“. Quando glielo ho comunicato,  Roberto per un po’ ha fissato il muro senza dire una parola, poi ci siamo ripresi e pian piano abbiamo cominciato a prepararci all’arrivo dei piccoli”.  

 

Il parto alla trentasettesima settimana

“I gemelli sono nati alla trentasettesima settimana con un parto cesareo programmato. Silvia pesava due chili e mezzo e Leonardo quasi tre. Per i primi quattro mesi li ho allattati al seno con qualche aggiunta. Da subito hanno dormito la notte in una camera, ciascuno nel suo lettino. Per i primi mesi ho avuto l’aiuto di mia madre che è rimasta sempre con noi. Mio marito, tornato dal lavoro, si occupava con me della cura dei bimbi”. 

 

Il rapporto con il fratellino più grande

“Quando sono nati i gemelli era anche la prima volta che mi separavo dal mio bimbo più grande”, prosegue Cristina,  “Giorgio all’inizio non ha vissuto bene l’arrivo dei fratellini. Piangeva, voleva stare in braccio e sedersi nella loro sdraietta.  Mi sentivo in colpa perché non riuscivo a godermi i gemelli e a dare a Giorgio ciò di cui mi sembrava aver bisogno. Mi sono rivolta a una psicologa che mi ha rassicurata: con il tempo le difficoltà son il tempo lo avrebbe aiutato. E il rapporto a tre si è evoluto”. 

 

Le uscite a tre, l’asilo nido e i mesi a casa dei nonni

“Quando Silvia e Leo erano piccoli non ho mai rinunciato a uscire di casa: loro nel passeggino doppio e Giorgio sulla pedana: abbiamo fatto tanti giri. Il periodo dell’asilo nido è stato complicato perché i bambini si ammalavano spesso. Avevo un orario part time in ufficio e ho avuto aiuto e solidarietà nell’azienda in cui lavoro. Poi sono arrivati la pandemia e il primo lockdown e, per una serie di coincidenze, lo ho trascorso con i tre bambini in Sicilia a casa dei miei genitori. Stare con i nonni e la zia per loro è stata un’esperienza importante”.  

 

Alla materna in classe assieme

“Ora i gemelli frequentano la scuola materna e, per ora, sono in classe insieme. In realtà Silvia, un po’ più minuta nel fisico, è molto dipendente dal fratello: vuole dormire e  pranzare sempre vicino a lui.  Stiamo valutando che scelta fare per il prossimo anno. Leo è solare, vulcanico, trasmette voglia di vivere. Silvia è precisa, delicata e sensibile: si proteggono l’uno con l’altra. Anche con il fratello più grande il rapporto si è rafforzato e ora sono tutti e tre molto affiatati. Praticano anche le stesse attività sportive: preacrobatica e psicomotricità e si divertono assieme”. 

 

Chiedere più aiuto possibile

Tante mamme, conclude Cristina, in attesa o con i gemelli molto piccoli mi chiedono consigli su come cavarsela. “Intanto è importante chiedere più aiuto possibile: riuscire a fare una doccia o una passeggiata in tranquillità può fare la differenza. L’organizzazione in casa è essenziale, creare una routine trasmette un senso di sicurezza. Cercare qualcuno con cui confrontarsi e sfogarsi anche fuori dalla famiglia offre un’altra visione anche di sé. E mai pensare che non si sta facendo il massimo per i piccoli. Bisogna riconoscersi tutto, anche se, come è normale, si commettono errori”.

 

Rimani insieme a noi. Iscriviti alla newsletter!

La newsletter racconta storie di vita e un po’ delle mie esperienze di tutti i giorni. Ci sono spunti, idee da condividere e, in regalo, il mio ebook Vedodoppio. Di solito, la invio una volta al mese.

No Comments

Post a Comment

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.