Gemelli maschio e femmina di due anni e mezzo

Michela, i gemelli e l’equilibrio per sei

Due gemelli maschio e femmina di due anni e mezzo. Una sorella e un fratello più grandi che li hanno aspettati, sorpresi e  felici. Una famiglia passata da quattro a sei e dove la parola magica è collaborazione.

 

Gemelli maschio e femmina di due anni e mezzo

Michela ha quarantaquattro anni, i capelli mori, pacatezza e senso dell’ironia mentre racconta la sua storia.  È insegnante in una scuola dell’infanzia e ammette “prendermi cura dei bambini è sempre stato il mio sogno. Senza avere idea che avrei avuto quattro figli”. Prima Gaia, tredici anni, Federico, undici e due gemelli nati prematuri, Laura e Tommaso che ora hanno due anni e mezzo. La vita cambiata in poco tempo e un nuovo equilibrio da trovare in sei in casa. 

 

La sorpresa di sentirsi dire: sono due bambini

La gravidanza di Michela è trascorsa serena. “Il ginecologo, alla prima ecografia, mi ha chiesto se io o mio marito avessimo familiarità per i gemelli: ho capito subito, erano due bambini, e sono rimasta senza parole. Durante la visita ero sola, dato che erano i mesi del lockdown per la pandemia, e non sono tornata subito a casa. Ho telefonato a mio marito Alberto, mi ha molto rassicurata: affronteremo insieme anche questa nuova avventura.  In seguito ho scoperto che mio nonno paterno aveva un fratello gemello,  mancato da piccolo”. 

 

Il parto naturale a trentatré settimane

“La gravidanza è stata molto serena, ma alla trentatreesima settimana si sono rotte le acque e i gemelli, maschio e femmina, sono nati prematuri. Ho avuto un parto naturale, molto veloce. Laura pesava un chilo e cinquecento grammi e Tommaso un chilo e duecento grammi. Respiravano già bene da soli, ma dato il poco peso li hanno trasferiti subito in terapia intensiva neonatale (Tin) e sono rimasti lì per tre settimane.  Andavo a trovarli due volte al giorno, mi tiravo il latte provavo a sfiorare le manine. Sino a che li abbiamo potuti portare a casa”. 

 

A casa, coinvolta tutta la famiglia

“Una volta arrivati fra noi  abbiamo cercato di mettere a punto i nuovi ritmi di una famiglia diventata grande: da quattro a sei. Ho allattato i piccoli per due mesi, poi latte artificiale e, compiuti i sei mesi, è cominciato lo svezzamento. I gemelli ci hanno fatto passare notti insonni solo i primi mesi perché si svegliavano in momenti diversi. Dormivo con loro in soggiorno così che mio marito potesse riposare e occuparsi dei fratelli più grandi la mattina dopo. Tutti hanno fatto la loro parte”. 

“Più che organizzati posso dire che tra noi c’è tanta collaborazione. I miei genitori mi sono stati vicini e anche mio suocero. Una solidarietà tutta familiare che ha contribuito a mantenere la serenità e a tamponare i momenti di stanchezza inevitabili”. 

 

Il rapporto con i fratelli più grandi

A un anno i piccoli hanno iniziato l’asilo nido. Il prossimo settembre cominceranno a frequentare la scuola materna. “Da insegnante, mi piacerebbe che stessero  nella stessa classe, ma vedremo quello che è meglio per loro. 

Intanto, vanno molto d’accordo, si cercano di continuo.  Laura ha un carattere più deciso, Tommaso è molto vivace: giocano sempre insieme e sono quasi inseparabili. Hanno un bel rapporto con i fratelli più grandi: loro li coccolano, li fanno giocare e trasmettono positività ai piccoli. Anche se cercano di difendere i propri spazi”.  

 

Il desiderio di ritagliare momenti esclusivi

“Laura e Tommy sono bambini solari, non capricciosi e molto pazienti: aspettano con me quando accompagno i due fratelli più grandi alle attività dopo la scuola. Per Gaia e Federico cerco di ritagliare mementi esclusivi e dedicati e sono convinta che faccia bene sia a loro che a tutta la famiglia. A volte, ma più di rado, capita che io e mio marito riusciamo a uscire con uno solo dei due gemelli. Per ora non abbiamo fatto viaggi lontano da casa, ma quando organizziamo gite e giornate al mare ci divertiamo molto tutti insieme”. 

 

Valorizzare tutto ciò che si riesce a fare

“Per una famiglia come la nostra che quasi raddoppia  in così poco tempo, sono importanti il sostegno e la comprensione reciproca. Non ho mai chiesto ai miei figli più grandi di occuparsi dei piccoli,  lo fanno in modo spontaneo. Alle altre mamme che si ritrovano a vivere un’esperienza  come la mia dico di chiedere e di prendere tutti gli aiuti che posso arrivare. Intanto, ho imparato a guardare quello che riesco a fare e non quello che non ho fatto e ciò mi rasserena. Anche se, ammetto, quando arrivo a fine giornata il mio cervello sembra che si spenga”. 

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