Genitorialità creativa, un antimanuale per mamme e papà

Genitorialità creativa. Un antimanuale per mamme e papà

Genitorialità creativa. Ovvero essere mamme e papà consapevoli e imperfetti che hanno responsabilità e anche bisogni. Che rispondono alla ricerca di sicurezza dei figli e tirano fuori le loro risorse,  li aiutano a cercare una strada e a costruirsi un’ identità tutta loro.

 

Genitorialità creativa

Di questo cammino lungo, speciale, travolgente e mai scontato dell’essere genitori ci parla il libro Genitorialità creativa. Antimanuale per i genitori  ,Morcelliana Scholé editore, di Mariella Bombardieri, psicopedagogista e mediatrice familiare e Giulia Cavalli, psicologa, psicoanalista e docente all’università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Sei capitoli scritti con penna brillante dove, in ogni passaggio, possiamo riconoscere un pezzetto di noi sempre alla ricerca del modo più efficace di educare i figli, di vivere e far crescere con loro un rapporto sano e forte. Ogni pagina si legge dall’inizio alla fine perché è un continuo, delicato e coinvolgente invito a riflettere e a guardarsi dentro. E a farsi molte domande. Alcune le ho rivolte alle autrici.

 

Un antimanuale per capire i figli

Intanto, perché un antimanuale per i genitori? “Di solito gli esperti propongono manuali con consigli e risposte pronte, ma l’educazione è molto di più. Perciò questo libro parte dai dubbi e invita a pensare.  Soprattutto chi ha un figlio adolescente conosce la sensazione del non trovare le risposte. La strada che proponiamo è quella di so-stare nella fragilità dandosi la possibilità di cercare nuovi modi di comprendere”.

In che modo entra in gioco la genitorialità creativa? Aprendosi a sguardi e pensieri diversi da quelli che usiamo ogni giorno, esplorando nuove modalità di relazione. “Essere creativi in famiglia significa andare oltre il proprio punto di vista, essere disposti a farsi spiazzare. Ancora, lasciarsi guidare dalle intuizioni e da quelle dei figli, avere fiducia nelle proprie risorse, non sentirsi arrivati e avere voglia di sperimentare nuove modalità educative.

A volte già tutto quello che facciamo per capire e affrontare il problema di un figlio ci mette davanti a un cambiamento.  La creatività però non è una qualità innata: occorre nutrirla aprendosi al nuovo”.

 

Conoscersi per capire ciò che abbiamo intorno

Quanto è importante invitare i figli a conoscersi e a comprendere ciò che accade intorno? “Se mi conosco posso avvicinarmi agli altri senza perdermi o lasciarmi trascinare”, aggiungono le autrici. “Certo, non è semplice. A volte i genitori assistono alle cadute e agli sbagli dei figli, ma possono rimanergli accanto ricordando che ciascuno è speciale per quello che è”.

Fidarsi dei figli non vuol dire fai tutto quello che vuoi, ma aver fiducia nel processo di crescita, fermandoli quando stanno per prendere una strada dannosa o lasciandoli andare quando notiamo che hanno le capacità per farlo. Il genitore, si raccomanda,  deve avere uno sguardo pulito dalle proprie paure e dalle proprie aspettative.

 

Usare i cinque sensi

Nel rapporto con i nostri figli usiamo tutti i cinque sensi. “Alcuni prevalgono con i bambini piccoli:  il tatto, con coccole e carezze, e il gusto, ti mangio di baci. Con gli adolescenti usiamo l’udito (ti ascolto mentre parli) sapendo che bisogna cogliere l’occasione al volo quando un figlio si apre. E lo sguardo:  ti vedo mentre fai la tua vita e osservo quale direzione stai prendendo e quali incoraggiamenti o limiti darti. 

Poi c’è  l’olfatto. Fumo e alcol, che gli adolescenti sperimentano spesso, hanno odori a cui i genitori sono molto attenti. E anche alle sudorazioni forti che indicano un passaggio di crescita importante.

 

Genitori si diventa

Diventare adulti non è una questione di età, ma un viaggio che porta a scoprire chi si è ad affrontare le paure e a scegliere senza dipendere dal riconoscimento degli altri. Commentano le autrici: “nel libro usiamo la metafora dei genitori come capitani di una nave. In alcuni momenti di paura e di crisi il capitano dovrà mostrarsi coraggioso facendo forza ai suoi marinai. In altri, potranno esserci preoccupazioni, ma rinsalderanno i legami. E l’esempio dato dal capitano sarà importantissimo.

Il capitano, come i genitori, a volte sente l’esigenza di ritirarsi per riflettere e fare scelte importanti e i marinai, come i figli, devono imparare a rispettare i suoi spazi personali. I mari di oggi sono faticosi da navigare e disorientano anche i naviganti più esperti. Questo non deve far perdere la speranza. Essere adulti non significa non sbagliare mai”. 

 

Mostrare anche le fragilità

Perciò va bene se noi genitori manifestiamo le nostre fragilità. “Possono essere mostrate se sotto ci sono fondamenta solide”, raccomandano le autrici del libro. “Gli adolescenti sono dei terapeuti meravigliosi e percepiscono se i genitori hanno fiducia in sé e non si spaventano di fronte alle proprie cadute”.

Una mamma o un papà che non mostrano debolezze e non le accettano possono diventare un modello di falsa perfezione che l’adolescente può imitare, annullando sé stesso,  oppure distruggere. Crescere significa anche accettare le fatiche e ammettere di aver sbagliato. Questo sguardo va coltivato su si sé e anche sugli altri. Gli adolescenti sono bravissimi a farci notare quando giudichiamo gli altri in modo frettoloso, soprattutto se sono loro amici”.

 

Vivere il cambio di equilibri

Essere in sincronia con i figli vuol dire sostenere i cambiamenti e la crescita.  Però durante l’adolescenza la magia del rapporto sembra rompersi. Come accogliere la nuova onda emotiva e gestire delusioni e disorientamento?

“Forse è meglio dire che in adolescenza si rompe una magia e se ne crea una nuova. Cambia il tipo di rapporto e ogni passaggio implica sempre una rottura un momento di smarrimento e sofferenza. Lo smarrimento arriva tanto per i figli quanto per i genitori.

Può sostenere la fiducia il fatto che si tratta di un processo e quindi un momento necessario per la nascita di qualcosa di nuovo.Può essere d’aiuto cercare di mettersi nei panni dei figli e leggere le loro reazioni emotive e i loro comportamenti come espressione della ricerca di sé e della paura di non farcela”.

 

Esercizi per la famiglia

Alla fine di ogni capitolo dell’antimanuale sulla genitorialità creativa ci sono degli esercizi. Domande, giochi di metafore, pensieri, parole. “Sono attività e riflessioni che possono essere fatte da soli o in famiglia o anche nei gruppi di genitori”, concludono Mariella Bombardieri e Giulia Cavalli, “nascono da ciò che abbiamo sperimentato di persona e nella professione e possono essere uno strumento in più per sviluppare creatività e fiducia”.

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