Gravidanza trigemellare. I tre gemelli di Silvia

Silvia e la carica dei tre gemelli

Una gravidanza trigemellare. Tre bimbi e giornate di tenerezze e fatiche moltiplicate, attenzioni da dividere, pianificazione certosina per far combaciare le esigenze dei piccoli e quelle della famiglia.

 

La gravidanza trigemellare

Quarantuno anni, psicologa e consulente nel settore salute in una multinazionale, sportiva appassionata, Silvia è mamma di tre gemelli: Leonardo, Christian e Mattia. Hanno tre anni e mezzo e una storia bella che ha trasformato in poco tempo la coppia in una famiglia allegra dove le parole d’ordine sono organizzazione e condivisione. 

 

La sorpresa e la felicità della notizia

Silvia ha saputo che aspettava tre gemelli durante la prima ecografia. “Sono arrivati dopo due anni di matrimonio. Con mio marito Walter desideravamo tanto un figlio e, quando  abbiamo visto il ginecologo esitare e poi dire i battiti sono tre siamo stati felicissimi”. 

Ho pensato subito ai rischi di una gravidanza trigemina, ma sono stata rassicurata. La mia altezza, un metro e ottantadue, e un fisico sportivo mi hanno agevolato tanto durante i mesi in cui i piccoli erano dentro la mia pancia”.

 

L’attesa sempre in movimento

Tanto è vero che durante la gravidanza trigemellare, Silvia ha continuato a frequentare la palestra e a viaggiare in auto per andare al lavoro. “Sino al giorno il medico ha visto che Mattia cresceva poco e mi hanno ricoverato. Anche in ospedale sentivo il bisogno di muovermi e in mancanza d’altro facevo più volte su e giù dalle scale”. 

 

Il parto cesareo a trentadue settimane

“I bimbi sono nati alla trentaduesima settimana con un parto cesareo d’urgenza perché ho avuto una complicanza della gestosi rischiosa per mamma e bambini”. Mattia pesava un chilo e duecento grammi, Christian un chilo e seicento e Leonardo un chilo e ottocento. Li hanno messi in terapia intensiva e, se pure con tempi diversi per ognuno, ci sono rimasti per quasi un mese“.

 

L’organizzazione della vita in cinque

“Una volta a casa con tutti e tre i gemelli abbiamo cercato di mettere a punto la nuova vita. Era necessario programmare ogni momento per vivere al meglio le giornate e poter dormire qualche ora di seguito la notte. Ho allattato i tre neonati per due mesi e mezzo, usando sempre il tiralatte, gli davo da mangiare ogni tre ore, giorno e notte, in modo da poterlo fare in contemporanea. Il primo anno è stato molto complicato. I nonni vivono lontani da noi e avuto un piccolo aiuto solo per qualche ora al mattino”.

A Leonardo hanno diagnosticato una sordità grave e nei suoi primi due anni ha avuto molto visite mediche diversi e diversi interventi chirurgici sino all’impianto cocleare che gli ha restituito l’udito. Per potergli stare vicina ho preso un’aspettativa di due anni dal lavoro”.

 

Alla materna in classi separate

I tre gemelli sono andati all’asilo nido a diciotto mesi  e ora frequentano la scuola materna. “Sono in classi separate. Quando stanno insieme scatta il fenomeno della mini gang, si galvanizzano a vicenda e dopo qualche esitazione abbiamo preso la decisione di separarli e loro la vivono con molta tranquillità.

I tre gemelli  hanno caratteri differenti. “Leonardo è più autonomo, testardo e anche il leader dei tre. Christian è molto sensibile anche dispettoso con i fratelli. Mattia è il più solare e chiacchierone e più facile da gestire: è sempre ottimista.  Giocano molto, qualche volta litigano ma si sostengono a vicenda”. 

 

La routine e il tempo per ognuno

Silvia e Walter hanno stabilito una routine puntuale delle giornate e i bambini la hanno molto chiara. “A cena ora mangiano con noi. Dopo guardano po’ di tv poi li metto a letto verso le venti e trenta. Desiderano la mamma per andare a dormire e ogni sera mi sdraio in mezzo ai tre lettini e racconto loro una fiaba. 

Vorrei dedicare a ciascuno dei gemelli attenzione esclusiva, per un po’ ci sono riuscita sino a che ero troppo stanca per poterlo fare. Mio marito è presente e riusciamo ad alternarci nell’accudimento. Riesco a ritagliare un po’ di tempo per me perché lavoro da casa e posso almeno praticare qualche ora di sport che mi ricarica”.

 

Farsi coinvolgere nei giochi

Mentre racconta la quotidianità con i tre gemelli la voce di Silvia è dolce pacata. “La serenità è una conquista mentale. È naturale sentirsi sfinite, ma diventa tutto più facile se ti lasci trasportare nelle loro attività e se li coinvolgi nelle tue. Mentre si gioca con loro, meglio dimenticare per un attimo doveri e scadenze:  non ci si sente in colpa e loro apprendono.  Cerco di far stare bimbi in cucina con me o mentre pulisco: sono contenti di avere un compito da svolgere.  Dato però che gli imprevisti sono tanti bisogna essere pronte a chiedere aiuto”.

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