Che disordine, c’è un sallazzero
Che sallazzero o anche che disordine. Mia madre, donna dolce ma pure spiccia e tenace, oltre a molti acciacchi porta con sé un tesoro inestimabile: decine e decine di proverbi, detti popolari e parole da adattare a ogni situazione della vita di tutti i giorni.
Un patrimonio che le viene da radici profonde e lontane che attraversano l’Italia dalla Val d’Aosta alla Sicilia, dall’Umbria alla Sardegna e da una famiglia numerosa che in anni passati e lontani ha vagato case e regioni, attraversando una guerra e vari mari, da avi avvolti in storie mitologiche di imprese garibaldine.
Sallazzero vuol dire disordine
C’è una parola che ho sentito ripetere per tutta la mia infanzia e adolescenza: in questa casa c’è un sallazzero che vuol dire disordine. Ingestibile e, confusionario. Per lei, molto ordinata e instancabile, decisamente insopportabile.
Non mi sono mai chiesta cosa volesse dire perché sapevo già, fin da quando ero in fasce, cosa significava quella parola. La lingua della mamma non ha bisogno di spiegazioni e chiarimenti. Tanto che mi è venuto naturale riprenderla in casa e con i miei figli gemelli. Che di sallazzero sono dei veri esperti.
Si può diventare ordinati?
Si nasce ordinati? Oppure ci vuole una guida esperta e sicura che ti insegna ad appendere l’asciugamano al suo posto dopo averlo usato, a mettere la carta della merenda nei rifiuti e non dietro il divano a non buttare per terra calze, leggins, tute, maglie, felpe tanto qualcuno chissà domani le raccoglierà.
Finora non ho insistito così tanto con i miei figli. Ho soltanto detto e ridetto metti in ordine, pensato all’insopportabile sallazzero di una camera piccola e zeppa di giocattoli fino a scoppiare. Ma alla fine il sallazzero è diventato quasi una rassicurante cifra identificativa dell’infanzia dei bambini.
Tanti oggetti accatastati
Mio figlio, per ora, non riesce proprio fare ordine. Le matite nuove finiscono sparse per la casa perché non ama colorare, salvo farsele prestare a scuola perché, dice, me ne hanno comprato una sola confezione.
Quando gli si chiede con buone o anche cattive maniere di rimediare a cataste di giochi e oggetti che formano una montagna informe dove nulla si trova e tutto c’è si fa venire un po’ di panico e ripete quasi con le lacrime agli occhi no, ti prego, da solo non riesco, c’è troppa roba. Ti prego, sorella, aiutami.
La cura dei piccoli oggetti
Mia figlia, più posata, interviene di solito per togliere d’impaccio il fratello. Ha un ordine tutto suo per le cose che ama: piccoli peluche, matite, minuscoli animaletti di plastica, sfere di vetro souvenir, di quelle che se le agiti scende la neve, che stanno allineati pericolosamente, perché troppi, nella mensola sopra il suo letto. Anche le cose di scuola, pressata da insegnanti intransigenti, ha imparato a tenerle con cura. Quello che c’è fuori da questo piccolo mondo, invece, è molto più fluido e caotico.
Ogni cosa al suo posto
Risultato moltiplicato per due, disordine e gran lavoro per gli adulti. Ma ora che siete alle medie con decine di libri, fogli e vestiti da cambiare perché state diventando ragazzi, ci vuole più attenzione. Ogni cosa al suo posto. Basta con questo sallazzero.
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Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
Anna Maria Ferretti
31 Ottobre 2016 at 16:18La parola sallazzero mi ricorda tanto la mia infanzia.
Roberta Chessa
6 Novembre 2016 at 17:08Anche a me ….