Compiti a casa

Il tempo dei compiti

“E poi devo completare geometria, un esercizio di inglese, lo schema di geografia. E ripetere tutti i saluti in spagnolo”. “Ma come, è domenica sera, quasi ora di cena e ti rimangono tutti questi compiti a casa per domani, lunedì?”, commento con una leggera ansia. “Sì, ma mi sbrigo in fretta, vedrai”, risponde serafica la bambina.

 

La gestione dei compiti a casa

Nonostante le insistenze, i tentativi di spiegare che è meglio organizzarsi, che la prima media è un passaggio nuovo e faticoso perciò bisogna bilanciare con sapienza le materie da studiare, la resistenza, il tempo per giocare e per godersi anche noia e libertà hanno vinto. E quindi, di ora in ora, il traguardo della fine dei compiti a casa si allontana. “E tu, fratello hai finito?”. “Sì certo. Anzi, forse c’è qualcos’altro. Chiedo a R, che di solito ha sempre appunti perfetti”.

 

Cronaca della fine di un fine settimana durante il periodo della scuola. Oltre alle variabili  pioggia che ci tiene a casa,  sole che ci porta a fare un giro al parco,  mostra di opere d’arte fatte di lego (bellissima) vista con gli amici,  festa di compleanno di G,  lezione di danza, giro in skateboard, ha una costante: i compiti a casa. Tanti, spesso. Pochi, di rado. Ma portare a termine lo studio, la risoluzione delle espressioni di aritmetica, i paragrafi di storia sul medioevo, viene rimandato a dopo. Un dopo indefinito come il senso del tempo a dieci anni e poco più.

 

Aiutarli a fare da soli

Però ho deciso: da quest’anno voglio aiutare i gemelli a fare soli.  Apro con discrezione i diari quando tornano da scuola. Faccio il tifo per l’ora di metodo di studio inserita fra le materie della sorella gemella. Non corro subito a leggere e rispondere sul cellulare ai messaggi sul gruppo di mamme che chiedono  dettagli sul riassunto di antologia.

 

Ma c’è la pratica. Come la richiesta verso sera, un miscuglio tra preoccupato affanno e tenera incoscienza,  “mi aiuti a ripassare la latitudine e la longitudine?”. Penso tra me “beh potevi pensarci prima, ora è troppo tardi”. Eppure, quasi subito cedo al piacere incoerente e unico, confuso e anche diseducativo di sentirsi indispensabili. Sicura che addormentarsi, per te, per voi se le richieste sono due, sarà più facile.

Allora, sì. Dicevamo “la latitudine è …”

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