Preadolescenza, alfabeto dei cambiamenti
Preadolescenza e cambiamenti dell’età. Emozioni e umori dei miei figli gemelli che attraversano felici e rabbuiati, inconsapevoli e acuti, scontrosi e anche teneri, quell’età di mezzo preziosa e delicata che da bambini li porta verso la giovinezza. Certo, non c’è un momento esatto in cui non siamo più bambini, ma i segnali e i mutamenti dei preadolescenti ci sono.
L’età dei mutamenti
Forme accennate e morbide, sguardi nuovi, segreti, tormenti acerbi: i cambiamenti nella preadolescenza sono storie di tutti i giorni. E provo a raccontarli in un alfabeto di emozioni, pensieri e parole, curiosità e malinconia da infanzia che se ne va.
Baci e nuove pettinature
Attesa Quella piena di entusiasmo dei giorni che verranno, del domani. Curiosità vorace, inquietudine, a volte fretta. Voglio iscrivermi al liceo linguistico, dice mia figlia. Ma se sei solo in prima media! Be’ così ho già deciso.
Bacio Mamma, come si stanno baciando quei due? domanda mio figlio con curiosità, mista a pudore. Con la lingua. Che schifo! Mah, non so, forse quando sarò più grande mi piacerà.
Capelli Portati da mia figlia lunghi, sciolti sulle spalle senza un filo di vanità, divisi da una riga in mezzo. Ieri, dopo ore passate nella stanza a pensare, disegnare, forse chattare, è uscita con una nuova acconciatura. I capelli lunghi pettinati con la riga da una parte, un ciuffo per coprire gli stessi occhi limpidi, ma uno sguardo diverso da piccola donna. Che cerca qualcosa, lontano.
Il senso del tempo e la nuova identità
Dopo Dopo finisco la ricerca di geografia, il compito di arte, il ripasso di storia. Il libro di Alberto Pellai e Barbara Tamborini, L’età dello tsunami, mi conforta “i preadolescenti si trovano in enorme difficoltà quando devono crearsi una visione realistica del tempo a disposizione e riflettere sul modo migliore di organizzarlo”. E allora ripesco la frase ricorrente di mia madre, siete ancora a carissimo amico Giuseppe, però sbrigatevi! Perché portare a termine un compito, anche piccolo, è una soddisfazione. Vero ragazzi?
Esperienze Ogni giorno una nuova da provare con delle domande. E di esplorare il passaggio dalla stupenda inconsapevolezza di sé al vedersi anche in relazione agli sguardi e ai pensieri degli altri.
Futuro Ne parlano con serenità, lo aspettano senza i troppi programmi della vita adulta. Ci rifletto meglio osservandoli ora mentre guardano il presente e lo trasformano, subito, in futuro.
Progetti, gelosia e insicurezza
Gelosia. Confesso, la temevo. Non essere gli unici in famiglia ad attraversare un momento delicato, ma in due, può favorire crucci e rivalità. Non è successo, non ancora. Cambiano insieme, i gemelli, fra litigi fulminei, solidarietà vera e balzi in avanti. Un giorno tocca a lei e uno a lui. Sto attenta a bilanciare azioni e attenzioni. I miei figli pronti a farmi sentire un po’ in colpa per un’occhiata dolce in meno o un’inconsapevole mancanza di complicità con l’uno o con l’altra.
Insicurezza. C’è un’identità tutta nuova da costruire, una personalità da modellare. Mio figlio, dopo essere tornato da casa dell’amico Pietro a cui è molto legato, si è chiuso in camera con la faccia scura. Com’è andata? Vi siete divertiti? Sì, ma chissà se domani gli starò ancora simpatico.
Leggerezza. Di un’età luminosa e sconclusionata in cui, pronti a tuffarsi nella vita, mi viene da dire: questo non puoi farlo, sei ancora piccolo. Oppure: potresti provare, non sei più una bambina. Sono vere entrambe le cose, nessuna delle due è vera. E bisogna aspettare ancora perché una delle due si avveri.
Malinconia, rifiuti, fissazioni
Malinconia L’irragionevole infelicità dell’attimo che si prova senza capire il perché. Eppure, senza tristezza forse non c’è nemmeno riflessione. Qualche sera fa, mio figlio prima di andare a dormire mi ha confidato: mamma non troverò mai una ragazza. E perché lo dici? Me lo sento dentro.
No Detto, ridetto, ridetto ancora. Succede ai piccoli, ma anche ai preadolescenti. Per opporsi, semplicemente. Togliamo un po’ di peluche dalla camera? Ho chiesto a mia figlia. No, no e no li voglio tenere tutti, sino all’università. È tra molto tempo, vero?
Ossessioni Simpatiche e assillanti. Ogni giorno ce n’è una nuova che mio figlio vive con la curiosità famelica di conoscere tutto su un argomento. Ora è la volta dei giochi di prestigio: carte, libri, video. Una magica fissazione, da consumare sino in fondo. Hai studiato? Pronta la risposta: vieni che ti faccio un trucco.
Nuove opinioni e risposte secche
Punto di vista.Quello personale sul mondo e sulla vita che si stanno costruendo pian piano. In autonomia perché, come sottolinea il libro Parla con me dello psicologo Claudio Cecchi “finché nostro figlio accetta passivamente ogni nostra decisione senza poter dire la sua non avrà la possibilità di confrontarsi con le regole stesse, non potrà esprimere le sue preferenze, non ci potrà comunicare informazioni preziose sul suo mondo e sulla sua persona”.
Risposte Spesso non sono più quelle della bambina con le ciglia lunghe e folte che chiede di comprare i micro pupazzetti in edicola. Sei arrabbiata? No! Ma risponde secca con un tono infastidito senza un motivo apparente. Sicura?, insisto. Ho detto che non sono arrabbiata! e si chiude in camera. Lo psicologo Claudio Cecchi, che del dialogo con i ragazzi si occupa da tempo, fa chiarezza: “troppo spesso dimentichiamo che proprio in questa fase tali segnali non sono soltanto normali, ma addirittura auspicabili. Le risposte secche o sgarbate, i toni della voce che si alzano facilmente, un certo rifiuto delle solite regole sono tutti elementi che devono farci pensare ad una crescita, più che ad un malessere di nostro figlio”.
Trasformazioni del corpo e cambi di umore
Sesso È l’età delle trasformazioni del corpo, delle curiosità, dei discorsi sul sesso, tutto da conoscere e scoprire. Anche con l’aiuto dei genitori. Mamma, si lascia andare mio figlio, oggi parlavamo di sogni con il professore di scienze e abbiamo raccontato i nostri. È normale che un mio compagno sogni di fare sesso?. E senza aspettare la risposta aggiunge: è ancora un bambino!
Telefono cellulare Irrinunciabile per comunicare. Voci, faccine e una lingua nuova e per certi versi affascinante. Domani è il compleanno della mia amica Sofia, dice mia figlia. La chiami? Le mando un messaggio o privato o sul gruppo della classe. “Ma non è meglio sentire la sua voce?. Noi preferiamo sentirci così.
Umore Cambia in un attimo. Da sereno a inquieto e ritorno. Una tempesta perfetta.
Vergogna E le prove di liberazione dall’inevitabile impaccio. Mio figlio: mamma, secondo te come faccio a fare colpo su una ragazza che mi piace?. Hai provato a parlare con lei? Be’, in realtà non so nemmeno se si ricorda di me.
Pepite
La newsletter di Vedodoppio
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Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
Eleonora Marchionni
15 Maggio 2017 at 9:14“Togliamo un po’ di peluche dalla camera, piccola donna?” “No, no li voglio tenere tutti. Sino all’università. È tra molto tempo, vero?” 🙂 Mi sono ritrovata alla grande!!! 🙂
E infatti…a 26 anni quasi, ad Università conclusa, e nonostante io stia lavorando da un annetto ormai, i miei peluche sono nella mensola della cameretta della mia casa natia…:)
Non possono mancare…mi ricordano troppo la mia infanzia, e ogni tanto, tornare con l’immaginazione a quando ero bambina e spensierata, mi fa star bene!
mammaindoppio
17 Maggio 2017 at 8:32Cara Eleonora, grazie per quello che mi scrivi! Sono sicura che i peluche facciano star bene: con quei faccini teneri! Allora credo proprio che dovrò aspettare un bel po’ prima di liberare la camera… Un abbraccio.
mammaindoppio
17 Maggio 2017 at 8:32Ma secondo te li dobbiamo tenere proprio tutti?