Scegliere la scuola superiore per i gemelli

La scelta delle superiori tra passioni e giornate aperte

Scegliere la scuola superiore per i gemelli. Chi ha una figlia o un figlio che frequenta la terza media comprende i miei pensieri di questi giorni, chi ha come me due gemelli in terza media mi capisce almeno il doppio.

Tra pochissimo partono le iscrizioni alle scuole superiori e loro, i gemelli, sono lì al semaforo che si preparano a imboccare una  strada, un indirizzo di studio per cominciare a disegnare il futuro. Nel gruppo dei compagni di classe c’è chi ha le idee chiare, “Diana sceglie il liceo delle scienze umane perché vuole fare la criminologa. Leo sogna di diventare cuoco , girare il mondo e si iscrive all’istituto alberghiero”.  Altri, si guardano intorno più o meno interessati e dubbiosi.  

 

Scegliere la scuola superiore per i gemelli

Ci siamo lasciati in questo blog ieri, o meglio due anni fa, fra i miei interrogativi e la determinazione di due bambini di dieci anni che avevano detto senza esitazioni: alle scuole medie andiamo in due scuole diverse . Una scelta fatta con sorprendente convinzione (e mia sorpresa) e portata avanti, sinora, con serenità. “Questa  decisione dimostra consapevolezza e anticipa quello che potrà succedere alle superiori”, mi aveva detto la psicologa, interpellata da me in preda a qualche ansia per questa separazione.

 

Giornate aperte tra passioni e dubbi

Scegliere la scuola superiore nel modo della contemporaneità significa essere bombardati di informazioni. Le medie propongono incontri e campus di orientamento, gli insegnanti seguono i ragazzi e danno indicazioni e suggerimenti. Le scuole superiori, in questo periodo dell’anno, organizzano open day per farsi conoscere.

Presidi e professori spiegano ai genitori, molto attenti, e ai ragazzi, più distratti, piani di studio e proposte formative,  attività extra di musica, teatro, arte, robotica. Gli alunni portano le loro testimonianze e fanno girare i probabili nuovi studenti per le aule,  raccontandosi e raccontando cosa ci fanno lì.

 

Le offerte formative

Ammetto, sono un po’ confusa da questa quantità di spiegazioni. Ho una cartelletta piena di opuscoli, volantini, schede di offerte formative, orari scolastici, calendari di lezioni aperte: dal greco alla matematica,  un’ agenda con i sabati mattina, da qui a due mesi, fitti di appuntamenti, esplorazioni di aule, laboratori, palestre. Mi entusiasmo, mi preoccupo, mi identifico al tal punto che mi sembra di doverci andare io, invece che i gemelli, alla scuola superiore.

 

Lei va dritta verso il liceo artistico

Mia figlia mi viene in aiuto: sa già dove andare. Le piace disegnare, si sente a suo agio con una matita in mano, vuole studiare al liceo artistico. Non ha esempi in famiglia, ha maturato da sola la sicurezza di questa preferenza e non vacilla se le facciamo qualche domanda.  Quando sente parlare di altre scuole ripete “tanto non ci vado”.

Mio figlio, altra pasta, mi chiede da mesi: “secondo te in che scuola mi iscrivo?  Vado al liceo scientifico, oppure al classico?” Per ora non so rispondergli.  Lo guardo acceso e curioso, le orecchie tese, gli interessi da adolescente fra you tube, anime giapponesi, canzoni dei Maneskin.  Ho provato a buttare lì le mie idee, di invogliarlo a leggere (che impresa!), sforzandomi di non essere troppo insistente. Ha bisogno di tempo.

 

Ascoltare la vocazione

Una vita fa ho frequentato il liceo classico e lo ho molto amato, soprattutto dopo. Ne ho capito il senso, mi sono tenuta stretta la ricchezza delle conoscenze, gli insegnamenti di certi autori, di un passato a volte molto attuale. Ma cosa è meglio per loro?

Regole non ce ne sono, ma seguo due varianti. Intanto, noi genitori abbiamo un compito: cercare o ascoltare la vocazione dei figli.  Provare a far accendere la scintilla che c’è dentro di ognuno, una spinta forte verso ciò che gli piace fare: avere una propensione è più importante del rendimento nelle singole materie.

Per i ragazzi, adolescenti acerbi e spesso complicati, al momento di scegliere la scuola superiore, vale la pena di concentrarsi su interessi e attitudini e chiedersi cosa li fa davvero stare bene . Prima di iscriversi, meglio domandarsi se sono davvero convinti e non dire sì solo per assecondare le aspettative della mamma e del papà.

 

Accompagnarli con discrezione

Scegliere la scuola superiore per i gemelli vuol dire guardare di qua e di là, vedere doppio, stare ad ascoltare due punti di vista, due visioni del mondo, mettersi in moto con loro,  accompagnarli in questa curva in modo attivo, ma discreto, proporre pure, prima di una nuova sterzata verso il domani. Mettendo in conto anche che, alla loro età, si può pure sbagliare perché non c’è niente di definitivo e irrimediabile.

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