Guida sui gemelli omozigoti
Guida completa sui gemelli omozigoti. Quelli proprio uguali con i tratti così simili che spesso diventa difficile distinguerli. Intorno a loro, molto fascino, molta curiosità, molte domande sino a dire, spesso, che sembrano una persona per due.
Due persone distinte
La somiglianza dei gemelli omozigoti induce quasi a pensare che non siano persone distinte, ma un’unica entità divisa. A me è capitato spesso di rimanere sorpresa e conquistata da una cara amica, gemella identica alla sorella, mentre ascoltavo la stessa voce, la stessa risata, e guardavo il medesimo modo di gesticolare. E di cogliere solo qualche piccolo dettaglio, che mi permetteva di distinguerle l’una dall’altra. Molte coppie di gemelli che conosciamo possono raccontare di quando gli è stato dato un unico regalo di compleanno da condividere, di essere chiamati i gemelli o le gemelle invece che con i nomi di ognuno, e di essere trattati come intercambiabili da insegnanti, parenti e amici.
I gemelli omozigoti: come si formano
I gemelli monozigoti rappresentano circa il venti per cento delle gravidanze gemellari. Vengono chiamati anche omozigoti, monocoriali o monoovulari. La gravidanza con gemelli omozigoti inizia come singola, dal momento che durante il concepimento uno spermatozoo feconda una sola cellula uovo.
Se l’ovocita si divide tra il primo e il terzo giorno dopo la fecondazione, ogni gemello ha la sua placenta e la sua cavità amniotica. In questo caso si parla di gemelli monovulari bicoriali.
Se invece la divisione dell’ovocita avviene tra il quarto e l’ottavo giorno dopo la fecondazione, i gemelli o le gemelle si ritrovano nella stessa placenta e in due sacchi amniotici separati. In questo caso si parla di gemelli monocoriali biamniotici. Quando la divisione avviene tra il nono e il dodicesimo giorno i gemelli si trovano in una placenta e in un solo sacco amniotico. Questo caso si verifica soltanto nell’uno per cento delle gravidanze gemellari e i feti vanno incontro a rischi di complicazioni molto alti.
I gemelli monozigoti monocoriali condividono la stessa placenta, ma sono in due sacchi amniotici diversi: si tratta di una situazione molto delicata che richiede un controllo medico attento e un monitoraggio costante con ecografie frequenti. Di solito, lo scambio di sangue tra i due feti è bilanciato, ma ci sono casi in cui il sangue va in misura maggiore da un gemello verso l’altro. Questa condizione è chiamata Sindrome da trasfusione feto fetale (Twin to twin transfusion syndrome – TTTS): è un evento raro e capita nel quindici per cento circa delle gravidanze monocoriali. In pratica, uno dei gemelli assimila quasi tutte le sostanze, sottraendo nutrimento all’altro che rischia quindi di crescere meno e si trova immerso in una minore quantità di liquido amniotico. Grazie ai controlli è possibile intervenire con terapie mirate.
Maschi o femmine
I gemelli monozigoti sono il risultato della fecondazione di un singolo ovulo da parte di un unico spermatozoo. Dopo il concepimento, invece di un solo embrione che poi diventerà un bambino o una bambina, l’ovulo fecondato si divide in due embrioni separati. Dato che vengono da un solo ovulo, i gemelli omozigoti condividono lo stesso patrimonio genetico, il sesso e i tratti somatici: dal colore degli occhi a quello dei capelli, dal naso all’insù alla pelle ambrata alle mani affusolate. Hanno anche il medesimo gruppo sanguigno e, secondo alcuni studi, anche il loro sistema immunitario si somiglia molto. Non si possono avere due figli gemelli omozigoti maschio e femmina: o l’uno o l’altra.
Che siano bimbe o bimbi, la somiglianza tra i gemelli omozigoti, femmine o maschi, è sempre straordinaria: spesso è complicato distinguerli e può capitare di scambiarli l’uno per l’altro. La vita quotidiana e anche il cinema raccontano tanti episodi di scambi di persona fra i gemelli identici e di un gioco tra loro per cavarsi d’impaccio in situazioni difficili con astuzie e accorgimenti.
Sulla psicologia dei gemelli omozigoti, maschi o femmine, si è studiato molto tanto che si è arrivati a dire che sviluppano una sorta di telepatia e un funzionamento della mente che li fa sentire unici. Dilemmi e quesiti che continuano a coinvolgere studiosi ed appassionati, ma non hanno trovato risposte certe.
Un fatto, invece, è sicuro. Anche se i gemelli omozigoti sono identici è sempre meglio non considerarli come una entità unica chiamandoli i gemelli o le gemelle, ma rispettare le individualità di ciascuna o di ciascuno. E favorire
tutte le attività che consentano uno sviluppo armonioso della personalità, pur rispettando il legame e l’affiatamento tra i due fratelli o sorelle uguali.
L’ambiente intorno ai gemelli produce effetti sulla espressione dei geni e sullo sviluppo e può fare in modo che si accentuino le differenze tra i gemelli quando con la crescita si sviluppa l’individualità di ciascuno.
Ereditarietà
A volte l’arrivo dei gemelli pare una storia di famiglia. Se tra i familiari più stretti ci sono già casi di gravidanze gemellari può succedere che ne capitino anche delle altre.
Occorre però fare alcune distinzioni. L’evento della divisione dello zigote è casuale. Chi ha avuto una gravidanza con gemelli monozigoti, dicono gli studi medici, ha probabilità basse di avere altre gravidanze gemellari. Alcuni studi hanno rilevato che il tasso di incidenza di gravidanze gemellari è più alto nei figli di donne gemelle dizigote (nate da due ovuli diversi) rispetto alla popolazione generale.
I dati raccolti sui gemelli dicono che la percentuale di nascite doppie è più alta tra le popolazioni africane e più bassa tra quelle asiatiche, mentre le popolazioni caucasiche, a cui appartengono gli europei, si trovano nel mezzo.
Si è anche notato che la frequenza delle nascite di gemelli monozigoti rimane stabile nel tempo e nelle varie popolazioni. Ciò farebbe pensare che se si parla di una componente ereditaria, questa dovrebbe interessare più i gemelli dizigoti (nati da due ovuli diversi). Su alcune ricerche pubblicate sull’American Journal of Human genetics viene confermata una componente ereditaria che riguarda solo i gemelli dizigoti e legata alla genetica della mamma.
A volte si sente dire che, per la nascita dei gemelli in famiglia, si salta una generazione: quindi bisognerebbe guardare più alle nonne che alle mamme. Anche in questo caso, diversi studi hanno cercato di approfondire, ma non sono state trovate conferme. Si tratta solo di aneddoti e leggende.
Pepite
La newsletter di Vedodoppio
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Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
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