Allenare la felicità
La felicità negli adolescenti. Un’idea limpida, a volte. Un desiderio, altre. Un pensiero bello, bellissimo ma confuso altre ancora. Ho chiesto ai miei due figli, gemelli e preadolescenti, cos’è per loro questa benedetta felicità. Lei, di solito solare e concreta, mi ha risposto ridendo: mangiare tanti dolci. Lui più introspettivo, spesso originale ha detto avere il costume di Ken Kaneki, protagonista dell’anime televisivo Tokio Ghoul.
La felicità negli adolescenti
Risposte bizzarre a parte, di sicuro c’è che la felicità negli adolescenti è un’aspirazione magari inconsapevole, ma costante. Tanto più forte in un’età di cambiamenti, di turbamenti, di passaggio verso l’età adulta, di ricerca di identità. Difficile darne definizioni pronte all’uso, psicoricette per raggiungerla, strategie certe per mettere i ragazzi su una buona strada. Chissà su quale treno della notte viaggerà, diceva Lucio Dalla cantando la sua Felicità.
Si può esercitare e andarle incontro
Però, dopo aver partecipato a un incontro su questo tema mi è rimasta in testa una parola, un verbo che è anche movimento: allenare. Perché la felicità negli adolescenti si può anche esercitare, le si può andare incontro senza pensare che sia qualcosa di astratto, lontano e a volte irraggiungibile. Così ho approfondito e chiesto ad Anna Vinci, life e corporate coach, qualche suggerimento per i più giovani.
Coltivare la creatività
“A questa età i ragazzi si mettono alla prova nell’autonomia e nel rapporto con sé stessi, nella sfera delle relazioni con gli altri, genitori, amici, insegnanti, primi amori. Per aiutarli a vivere bene questo momento di sperimentazione possiamo anzitutto incoraggiarli alla riflessione, aiutarli a coltivare la creatività con attività stimolanti nel tempo libero, ascoltare le loro parole e confidenze: nel momento in cui si parla agli altri si parla anche di sé stessi. Ancora, spingerli a uscire e a rafforzare le relazioni con gli amici, non solo virtuali”.
Sperimentare le passioni
“Per ogni strada da prendere gli adolescenti hanno molte possibilità di scelta e, per arrivare a decidere, spesso devono impiegare tante energie. Qualche esempio? Gli indirizzi di studio disponibili per le scuole superiori, le tante discipline sportive, gli stessi abiti da indossare. Questa libertà di sperimentazione può generare confusione, indecisione, frustrazione. Risultato: sentirsi bloccati per un eccesso di opportunità, ma non si tratta di indolenza”, precisa Anna Vinci.
Alimentare la curiosità
Cosa fare allora? “Occorre lasciare i ragazzi liberi, stuzzicare la curiosità e la volontà di aprirsi al nuovo. Fare domande aperte senza fornire troppe indicazioni, stimolarli a sperimentare ciò che dà loro più soddisfazione senza lasciarsi condizionare troppo dalle aspettative degli adulti. Questo vale anche per gli sport, da provare senza aver paura di sbagliare. Il vantaggio per gli adolescenti è che possono tornare indietro nelle loro decisioni e difficilmente le scelte saranno definitive”.
Allenare la speranza
L’adolescenza è un periodo di passaggio e di cambiamento ad alta intensità emotiva in cui tutto viene enfatizzato. “Se un adolescente vive una situazione di equilibrio ha una risorsa per recuperare energia”, aggiunge Anna Vinci. È importante spingere i ragazzi ad allenare la speranza in un futuro sereno, a credere nelle proprie capacità e in un adulto di cui fidarsi.
Resistere agli eventi negativi
Allo stesso modo va insegnato loro a resistere agli eventi negativi come le prime delusioni in amore, un brutto voto a scuola, un litigio in famiglia e a non avere paura di esplorare nuovi scenari di crescita. In altre parole è importante allenare la resilienza, la capacità di reagire agli eventi negativi per ristabilire un equilibrio emotivo. Funziona sempre portare esempi di persone che hanno avuto successo nella vita, nello sport, nell’arte nonostante gli ostacoli e le di difficoltà”.
Essere perseveranti
“Fin da piccoli ci insegnano che per eccellere in qualche disciplina bisogna avere talento: quante volte gli insegnanti dicono: sei portato per la matematica, quindi dovresti fare il liceo scientifico, sei bravo in disegno quindi dovresti fare una scuola d’arte”, prosegue Anna Vinci. “In realtà, le mete si possono raggiungere grazie alla determinazione e a un esercizio costante: basta guardare il risultato finale e non il processo attraverso cui si è arrivati a quel traguardo. Con la perseveranza, l’ostinazione a provare e riprovare, quasi sempre si supera la mancanza di una spiccata predisposizione naturale. È bene quindi spingere i ragazzi a portare a termine le attività che trovano stimolanti, dedicando tutta la loro l’energia”.
Obiettivo leggerezza
“Un altro gradino per allenare la felicità negli adolescenti è aiutarli a vivere con leggerezza intesa non come superficialità, ma come un modo di guardare e affrontare le esperienze”, conclude la coach Anna Vinci. In che modo? “Spingendoli a porsi e raggiungere degli obiettivi in sintonia con il loro modo di essere e a individuare degli alleati emotivi con cui condividere i propri progetti. Coltivare la fiducia in sé e l’apertura mentale che può portare all’ottimismo, apprezzare ciò che si ha e le conquiste di ogni giorno, dato che la felicità si scova anche tra quelle più piccole e all’apparenza insignificanti”.
Come dice il bellissimo libro dello scrittore americano Kurt Vonnegut, Quando siete felici, fateci caso.
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Blogger, giornalista, mamma di due gemelli adolescenti. Vedodoppio parla di loro, un po’ di me, dello sguardo sulla vita vista con quattro occhi. Uno spazio dove nascono storie che vogliono diventare esperienze da condividere.
CHESSA MARIO
2 Maggio 2018 at 18:50Molto interessante tutto quello che hai scritto.Leggo sempre con molto piacere tutto quello che scrivi. Continua.
Roberta Chessa
3 Maggio 2018 at 16:06Grazie! L’argomento è molto stimolante e occuparmene mi ha offerto molti spunti per riflettere. Con i figli che crescono ci sono tante cose da imparare.
Evelina
3 Maggio 2018 at 14:14Lettura molto interessante e riflessiva. I miei bambini sono ancora piccoli, ma sono convinta che allenare la felicità sia un percorso che parte già dall’infanzia.
Roberta Chessa
3 Maggio 2018 at 16:09Grazie, Evelina! Sono d’accordo con te. La felicità è un percorso che parte dall’infanzia e bisogna cominciare presto ad allenarla. Un abbraccio.