Dire no a una figlia adolescente. Strategie e compromessi

Figlia mia, oggi ti dico no

Dire no a una figlia adolescente. Alla madre sembra decisione naturale se lei chiede con insistenza di tornare all’alba dalla discoteca con le amiche coetanee. Spesso è difficile mantenerla: occorrono fermezza e capacità di resistere alle reazioni a volte eccessive della ragazza.

 

Dire no a una figlia adolescente

Perché mi dici no? Una scena che si ripete e in cui le madri di figlie adolescenti si ritrovano tante volte. Se può sembrare ragionevole opporre un rifiuto di fronte a certe richieste è molto più complicato mantenere le proprie posizioni e resistere alle insistenze.

Dire no è uno degli aspetti meno divertenti dell’essere genitori“, conferma Sabrina Ciraolo, parent coach che aiuta le madri a riconnettersi con le proprie figlie preadolescenti e adolescenti con percorsi di gruppo e sessioni individuali.  “Abbiamo di fronte nostra figlia che insiste, dice che può farcela e possiamo fidarci di lei. Cerca di essere molto convincente. Sembra quasi adulta e fa di tutto per convincerci e scardinare il no”. 

 

Avere chiare le ragioni

Come fare allora per non cedere? “Per la madre di una figlia adolescente è molto importante avere chiare le ragioni del no“, prosegue Sabrina Ciraolo. “Occorre chiarire se nasce da una paura (non si va in giro in auto con gli amici a tarda sera), se fa parte di un valore genitoriale della famiglia oppure se si tratta di un no punitivo: per esempio, l’altra volta non hai rispettato gli orari che ti avevo dato e stavolta non esci”.

“Capita che non ci sia il tempo per elaborare la richiesta, nostra  figlia cercherà di spingerci a prendere una decisione prima che ci abbiamo riflettuto con calma.  È bene invece prendere una pausa e fare il punto con noi stesse“. 

 

Resistere a scenate e a reazioni aggressive

Di fronte al no per una richiesta, andare a una festa lontano da casa, c’è il rischio che nostra figlia faccia scenate, pianga, si chiuda in camera o abbia atteggiamenti aggressivi. “Meglio non reagire a caldo e attendere che l’atmosfera sia più tranquilla. È opportuno non rispondere alle provocazioni. La madre sa quando è il momento di riprendere il dialogo, trovando il modo di avvicinarsi parlare in modo calmo, facendo domande senza dare istruzioni: tu mi dici le tue ragioni e io le mie. Per ogni adolescente è essenziale essere visto e ascoltato”

“Se nella discussione volano offese, non bisogna prenderle sul personale e cercare di distaccarsi perché le parole sono rivolte non verso di noi ma verso ciò che rappresentiamo. Il silenzio punitivo invece è una scelta infantile che allontana l’accoglienza”.

 

I compromessi e la creatività nel rifiuto

A volte si possono raggiungere compromessi, pur mantenendo fermo il nostro no. “Dopo uno scambio intenso c’è bisogno di prendersi un po’ di spazio di riflessione e si può anche diventare creative”, aggiunge Sabrina Ciraolo.  “La decisione presa dalla madre era: durante la settimana non si esce. La ragazza però vuole uscire a tutti i costi per chiarire il battibecco avuto con un’amica, le  si può concedere un’uscita breve, magari sotto casa proprio per incontrare l’amica e parlare un po’. 

Oppure si può dire: mi piacerebbe che andassi alla festa, ma vorrei sapere se ci sono i genitori della tua amica, ora li sento per telefono così sono più tranquilla  In questo modo si trasforma il no in un’opportunità per un  sì e si viene incontro l’una alle ragioni dell’altra. Sarà poi nostra figlia a decidere se è un no oppure un sì e comunque si trasmette il messaggio che si può lavorare insieme. Le eccezioni si valutano caso per caso e non devono diventare una regola”.

 

La tecnologia aiuta a riavviare il dialogo

Da un no possono nascere litigi, musi lunghi, silenzi e o incomprensioni. “Per riprendere il dialogo con nostra figlia adolescente, prosegue  la parent coach, si può ricorrere alla tecnologia: è il linguaggio dei ragazzi e di sicuro aiuta a ritrovare la sintonia. Un messaggio affettuoso su  Whatsapp, una frase motivazionale o un meme divertente funzionano e possono far passare malumori e tensioni”. 

 

Autorevolezza e fiducia

Se si accolgono istanze e richieste o si trova un compromesso non vuol dire perdere autorevolezza. “L’amore, l’ascolto, il rispetto per i punti di vista dell’altro fanno sì che gli adolescenti sappiano  che noi li vediamo e li riconosciamo come persone con idee e personalità”, aggiunge  ancora Sabrina Ciraolo.

E poi c’è la fiducia, elemento fondante in un rapporto. “Se nel dialogo con nostra figlia si decide di ascoltare le sue ragioni pronunciare la frase ‘mi fido di te’ su un’ adolescente ha un effetto potente e rafforza il senso di responsabilità”.

 

L’allenamento al no e la tentazione di cedere

“Riuscire a mantenere il no è un allenamento che richiede pazienza e costanza”, conclude Sabrina Ciraolo, “In ogni caso se si cede non bisogna sentirsi in colpa. Capita a tutti e può essere un’ottima occasione di riflessione per tutte le altre volte che verranno”

 

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