Adolescenza e canzoni, parlare di vita con la musica

Adolescenti e canzoni. Parlare di vita con la musica

Adolescenza e canzoni. Trovare le parole per dirlo, per chiacchierare di amore, delusioni, speranza, libertà,  futuro. E anche dell’esame di terza media. Perché nelle strofe di un brano musicale c’è sempre un gancio per iniziare un discorso, ridere, alleggerire un momento di tensione, riflettere. Un tesoro e una ricchezza da cui partire per iniziare o far ripartire il dialogo con i ragazzi adolescenti.

 

Adolescenza e canzoni

“Mamma perché quando ascolti la musica canti anche tu?” Lo faccio con gusto e di proposito, ma anche senza accorgermene. Spesso i miei figli fanno facce strane, alzano gli occhi al cielo, esclamano “ma dai, ancora con questa canzone!” Altre volte, invece, non alzano gli occhi al cielo, non abbassano la radio, non cambiano canale della televisione.  Anzi vogliono ascoltare quello che sento io.

Anche se è un brano di Sanremo (eh sì, seguo il Festival da quando ero piccola), anche se i gemelli ridono molto e sbuffano quando, seguendo gli acuti di Claudio Baglioni intono  avrai avrai avrai il tuo tempo per andar lontano camminerai dimenticando ti fermerai sognando. 

 

Un libro, un viaggio musicale

Per questo ho letto d’un fiato il libro Una canzone per te. Viaggio musicale per diventare grandi, De Agostini, scritto da Alberto Pellai medico e psicoterapeuta e  Barbara Tamborini, psicopedagogista, moglie di Pellai e mamma dei loro quattro figli.  Un atlante musicale  per raccontare il coraggio, la guerra, l’amicizia, gli amori finiti, l’estate e la ribellione attraverso la musica.

Cinquanta canzoni italiane di ieri e sempre attuali che appartengono a tutti.  Per ogni brano c’è una storia, ispirata al testo originale, che aiuta a immedesimarsi nei versi,  e un “messaggio in bottiglia” con una interpretazione e un consiglio per i ragazzi.  Ne ho scelte dieci che mi appartengono per affetto, nostalgia, i ricordi che suscitano.

 

La stanza dei figli e le prime prove da affrontare

Tu sola dentro la stanza e tutto il mondo fuori, canta Vasco Rossi nella sua Alba chiara. Per molti adolescenti, la stanza è un rifugio sicuro, dove trascorrere ore con la porta chiusa immersi nei propri pensieri. Un brano per i ragazzi che crescono, non sanno come gestire i cambiamenti e si preoccupano per come li guardano gli altri e per cosa dicono di loro. “L’adolescenza, scrive Pellai, “è un’età di desideri e di paure. Bisogna affrontarla e prenderla come un’occasione per conoscersi. Così si diventa grandi”.

Mancano pochi mesi all’esame di terza media e per i miei figli gemelli sarà la prima prova importante da affrontare. Notte prima degli esami di Antonello Venditti offre un’occasione per parlarne. “L’ansia è inevitabile, dice il messaggio in bottiglia del libro, ma non bisogna trasformare l’esame e qualunque prova in una ossessione. Basta prepararsi al meglio, poi può anche capitare di sbagliare. Ciò che conta è il percorso che si fa per arrivare alla meta”

 

L’utilità della noia e la ricerca dell’ottimismo

Il pomeriggio è  troppo azzurro e lungo per me. Azzurro di Adriano Celentano è uno delle canzoni che ho cantato di più assieme ai miei figli quando erano piccoli, rapiti dall’oleandro e il baobab e dal treno dei desideri. E qual è il  ponte con l’ adolescenza? Il messaggio è chiaro: lutilità della noia. Ragazzi, non temete i pomeriggi passati senza avere niente da fare e non cercate di riempirli a tutti i costi.  Spesso è in giornate così che vengono le idee più geniali e nei momenti di solitudine si possono scoprire aspetti sconosciuti di sé.

Chi scrive poesie, chi tira le reti, chi mangia patate, chi beve un bicchiere, ma  Il cielo è sempre più blu. Nei versi di  Rino Gaetano si può cogliere un invito a coltivare l’ottimismo. “Che non vuol dire negare l’esistenza dei problemi”, scrivono gli autori del libro, “ma non metterli al centro dell’attenzione e dei discorsi”. E se nell’adolescenza ci sono picchi di euforia e di pessimismo è importante coltivare il pensiero positivo e le giornate saranno più belle.

 

Il coraggio e il sapore della felicità

Ogni volta che sento La leva calcistica della classe ’68 di Francesco De Gregori  ripenso a quanto sono poetiche e potenti le sue strofe.  Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore … un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia. A chi non è capitato di pensare di non farcela e di non essere all’altezza? Agli adolescenti, in cerca di conferme, può succedere ancora di più. Ma bisogna  fare scorta di coraggio e buttarsi.  Dice  Pellai:  fate come Nino, non temete le sfide. Solo provando e riprovando si raggiungono i risultati.

La prima cosa bella,  cantata da Nicola di Bari e di recente dalla voce di velluto di Malika Ayane mi ricorda me bambina, le notti in campeggio, le chitarre dei miei cugini grandi. Sentendola provavo una sensazione di gioia piena, senza sapere bene perché. Però appena capita di riascoltarla dirò ai ragazzi che la felicità va cercata, colta e condivisa. ”La felicità è contagiosa”, raccomanda il messaggio in bottiglia del libro, “e bisogna imparare a manifestarla”.

 

I talent show e la speranza

Quanta fretta ma dove corri dove vai?  Il gatto e la volpe di Edoardo Bennato è stata scritta tanto tempo fa, ma, osserva Pellai, potrebbe parlare dei ragazzi che partecipano ai provini per i talent show. “Giovani pieni di sogni e a volte disposti a credere a chi propone una scorciatoia per raggiungere il successo.  Come loro anche i nostri figli potranno incontrare persone che faranno grandi promesse.  Dovranno imparare a guardarle negli occhi e se non sembrano sincere, meglio starne alla larga”.

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’L’anno che verrà  di Lucio Dalla tocca il tema della speranza. Ci sono anni faticosi,  che sembra non passino mai, che ci mettono alla prova. Ma è importante ricordare che se nel tunnel c’è il buio, in fondo all’uscita si trova sempre la luce. “Non ci sono miracoli, ma è certo che nulla rimane immutabile. Pensate, insomma, che il meglio deve ancora venire”, suggerisce Alberto Pellai.

 

Il mondo, la guerra e la libertà

C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones, interpretata da Gianni Morandi, parla di una guerra del passato, ma è un’occasione per pensare alle tante guerre di oggi, inutili e senza senso. Sembra siano lontane e non ci riguardino, invece non bisogna distogliere l’attenzione. Il messaggio in bottiglia del libro raccomanda ai ragazzi:  occorre prevenire ogni forma di conflitto. Prima di pensare a grandi cose, basta essere concilianti con chi abbiamo a fianco.

La libertà non è star sopra un albero e neanche il volo di un moscone. Libertà è partecipazione. Se penso ad adolescenza e canzoni, i versi de La libertà di Giorgio Gaber sono insieme poesia e un manuale di educazione civica.  Il messaggio è importane e lo ripeto spesso ai miei figli: on bisogna pensare solo ai propri interessi. “È la vera libertà”, riflettono  gli autori del libro, “quella che ci tiene connessi agli altri, ci fa partecipare alla vita pubblica e diventare protagonisti”.

Ora  vado a metterla  a tutto volume.

Pepite

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2 Comments
  • CHESSA MARIO

    9 Febbraio 2019 at 12:23 Rispondi

    Belle riflessioni su le canzoni da te citate. Speriamo che i giovani riescano ad ascoltarle e a mettere in prova tutto ciò. Brava. Anna Maria

    • Roberta Chessa

      9 Febbraio 2019 at 19:07 Rispondi

      Grazie cara Annamaria, la musica riesce a darci un grande aiuto per comunicare. Un grande abbraccio, Roberta

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